L’acquaponica abbina la coltivazione idroponica a un allevamento di pesci, con un utilizzo ottimale dell’acqua che crea un ambiente simbiotico e sostenibile. Gli impianti sono concettualmente semplici: ci sono le vasche per l’allevamento dei pesci, pompe per il ricircolo dell’acqua, sistemi id filtraggio, ambienti di coltivazione fuori suolo.
Le piante sono coltivate in materiali diversi rispetto alla terra: argilla
espansa, perlite, lapillo vulcanico, vermiculite, fibra di cocco, cubetti di
lana di roccia, zeolite. Oppure sono coltivate direttamente nell’acqua o con la
tecnica chiamata NFT, Nutrient film technique, che si basa su un flusso di
acqua poco profondo, contenente tutti i nutrienti necessari alla crescita della
pianta, che arriva vicino alle radici delle piante.
L’acquaponica tramite il ciclo dell’azoto trasforma l’ammonio e l’ammoniaca prodotta dai pesci in nitriti e nitrati, principale nutrimento delle piante. I microrganismi nitrificatori, che popolano l’ecosistema, oltre a rendere le piante più vigorose, ne accelerano la crescita e le difendono come se costituissero un vero e proprio sistema immunitario. Le piante dunque sottraggono sostanze di scarto dei pesci e ne traggono nutrimento e l’acqua così filtrata può essere reimpiegata.
E pensando a un utilizzo ottimale delle risorse, la Business Unit Greenhouse Horticulture della Wageningen University & Research sta studiando come sfruttare al meglio le fonti geotermiche attraverso combinazioni di serre e piscicoltura.
Le serre non devono essere riscaldate in estate. Spesso c’è anche un surplus di calore, specialmente se si utilizza l’energia geotermica. Con quell’eccedenza è possibile riscaldare l’acqua per la piscicoltura indoor.
Tuttavia per l’allevamento ittico è richiesta una temperatura dell’acqua costante tutto l’anno, mentre nell’orticoltura in serra l’esigenza è diversa: in inverno l’acqua viene riscaldata, e in estate la temperatura è in surplus. Inoltre, ci sono sempre più aziende che utilizzano una fonte geotermica e questo crea un surplus ancora maggiore in estate. L’utilizzo di quel calore potrebbe far nascere nuove opportunità.
Ecco perché ora accanto alle serre della WUR di Bleiswijk c’è un allevamento ittico che utilizza un sistema avanzato, il recirculating aquaculture system (RAS). I serbatoi più grandi contengono circa 10.000 litri d’acqua. Qui vivono migliaia di pesci Walleye, una specie molto adatta al consumo, che sta diventando sempre più popolare, sia tra i consumatori che tra i coltivatori.
Se il calore della serra può essere utilizzato per la piscicoltura indoor potrebbe rappresentare un’opportunità per l’acquaponica. Ma i ricercatori stanno indagando. Quanto calore può essere realmente utilizzato e qual è l’entità del calore residuo? Per questo, i ricercatori stanno effettuando delle simulazioni per comprendere l’entità del fenomeno e per capire i possibili impieghi del calore residuo proveniente dalla serra (circa 35 ° C) e di quello proveniente da una fonte geotermica (circa 80 ° C).
Aspettiamo i risultati.