Oggi Nestlé ha annunciato il suo nuovo progetto basato su OpenSC, un’innovativa piattaforma basata sulla tecnologia Blockchain.
L’obiettivo iniziale è mettere a disposizione dei consumatori tutti i dati relativi alle origini e al percorso del latte: dalle fattorie della Nuova Zelanda fino alle fabbriche e ai magazzini Nestlé in Medio Oriente.
La scelta della piattaforma è un segnale importante.
Fondata dal WWF – Australia e da The Boston Consulting Group Digital Ventures, OpenSC è stata creata principalmente per le catene logistiche dei prodotti alimentari e dà a chiunque, e ovunque, accesso a dati relativi alla filiera ma anche alla sostenibilità dei processi coinvolti.
La piattaforma, infatti, è stata disegnata proprio con l’intento di aiutare le imprese e i consumatori a evitare prodotti illegali e contraffatti migliorando contemporaneamente la trasparenza della catena di approvvigionamento.
OpenSC, secondo quanto riporta il sito del WWF australiano, consente alle aziende di tracciare e rintracciare i prodotti, qualunque sia la loro natura, dal cibo alla carta velina, assegnando un ID univoco ad ogni singolo prodotto nel punto di origine, ad esempio nel momento in cui un pesce viene catturato in mare.
Nella Blockchain vengono registrati tutti i dati e nulla può essere manomesso. Viene descritto quando, dove e come è stato realizzato il prodotto e come si è spostato dall’origine al consumatore, ma vengono anche riportate tutte le informazioni sulle condizioni sociali o ambientali in cui il prodotto è stato realizzato, lavorato, stoccato, confezionato e trasferito.
Gli stessi consumatori possono utilizzare OpenSC per saperne di più sui prodotti.
Semplicemente scansionando un codice QR del prodotto con la fotocamera dello smartphone, OpenSC mostrerà ad esempio dove è stato catturato il pesce, come ha viaggiato lungo la catena di approvvigionamento e se proviene da una pesca sostenibile certificata e non è stato catturato all’interno di un’area marina protetta.
A proposito di pesci OpenSC è già in grado di verificare se la pesca avviene in acque legali. In Australia, infatti, ha collaborato con Austral Fisheries ed è riuscita a ricostruire il percorso di austromerluzzi della Patagonia dal punto di cattura nelle acque antartiche fino ai clienti finali in Asia, Europa e nelle Americhe, utilizzando una combinazione di dati raccolti dal monitoraggio delle navi e da tecnologie Internet of Things ed elaborati con software avanzati. Oltre alla certificazione di sostenibilità MSC, dunque, OpenSC dà un’ulteriore sicurezza ai consumatori dimostrando che i loro pesci non sono stati catturati illegalmente in una zona marina protetta.
Il progetto pilota di Nestlè farà capire quanto il sistema è flessibile e scalabile perchè l’obiettivo è estenderlo anche ad altri tipi di prodotti, a partire dall’olio di palma.
anche le multinazionali hanno un volto umano ?
Non si sa finché non si vedono i risultati concreti. Di progetti ne annunciano tanti poi non sempre ci comunicano anche come vanno a finire. Sta di fatto che oggi è il mercato che vuole certe informazioni e loro non possono ignorare queste nuove richieste. Credo comunque che la coerenza sia un fattore importante per la credibilità di un brand e i consumatori non dimenticano, nel bene e nel male.