Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dal professor Till Opatz dell’Institute of Organic Chemistry della Johannes Gutenberg University di Mainz e dal professor Charles de Koning dell’Università di Witwatersrand di Johannesburg, è riuscito a utilizzare il liquido dei gusci degli anacardi al posto del petrolio in sintesi organica.
Questo liquido è disponibile in grandi quantità durante il processo di produzione delle noci e non può essere utilizzato come alimento per gli esseri umani né come ingrediente per i mangimi degli animali. L’impiego come materia prima quindi non toglierebbe nessuna opportunità al settore alimentare.
Secondo i ricercatori questo liquido (CNSL, cashshew nut shell liquid) di fatto è un prodotto di scarso valore commerciale ma con un elevato potenziale tecnologico perché contiene acidi fenolici facilmente estraibili e altre sostanze biologiche preziose antimicrobiche, antinfiammatorie, antiossidanti, insetticide e persino antitumorali. Questi acidi fenolici potrebbero anche usati per realizzare sintesi chimiche.
I ricercatori hanno pensato soprattutto al suo possibile impiego nei prodotti creati per la protezione solare contro i raggi UV in sostituzione dei filtri di origine chimica che possono essere anche dannosi per la salute delle persone e per l’ambiente, come nel caso del biossido di titanio, o contengono microplastiche. E la tossicità di questi filtri organici rappresenta una vera minaccia per gli ambienti marini.
Ovviamente per valutare con precisione le reali opportunità di impiego di questo liquido e per comprenderne gli effetti sulla pelle umana e su altri organismi servirebbero ulteriori ricerche e la collaborazione da parte del mondo industriale.
La ricerca è stata finanziata dal Ministero Federale Tedesco dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF) e dalla National Research Foundation del Sudafrica.