Grazie ai pesci una nuova bioplastica: l’idea di Lucy

È stato il progetto di Lucy Hughes, laureata in ingegneria in “product design” all’Università di Sussex, a vincere la competizione nazionale UK del James Dyson Award, uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel campo del design. La vittoria prevede un contributo in denaro di 2.200 sterline e questa somma consentirà a Lucy di sviluppare ulteriormente il suo progetto: la produzione di una bioplastica realizzata con gli scarti della lavorazione del pesce.

L’idea è nata dal desiderio di contribuire concretamente a liberare gli oceani dalla plastica, soprattutto quella monouso, creando una soluzione alternativa naturale sfruttando materiali di scarto già disponibili come quelli dei pesci. In media ogni anno nel Regno Unito si producono più di 172.000 tonnellate di scarti relativi ai processi di lavorazione del pesce, tutto materiale con elevati contenuti di proteine, di cui circa il 57 per cento viene considerato rifiuto.

Per Lucy la plastica è un materiale straordinario, molto resistente che è stato usato e viene usato spesso fuori luogo, come nel caso di tutti i prodotti che hanno un ciclo di vita inferiore a un giorno. Secondo la giovane donna, chi si occupa del design di un prodotto dovrebbe progettare forma, materiale e funzionalità valutandone sempre anche il suo ciclo di vita e il suo impatto ambientale. In poche parole, l’economia circolare dovrebbe essere alla base della progettazione di ogni prodotto.  

La sua bioplastica è stata chiamata MarinaTex. È stata progettata utilizzando i rifiuti organici dei pesce normalmente destinati alla discarica o all’incenerimento, come la pelle e le lische, ed alghe rosse di provenienza locale, è un materiale in fogli traslucido e flessibile che può essere utilizzato in una vasta gamma di imballaggi monouso come nel caso delle pellicole impiegate per confezionare i sandwich e i fazzoletti di carta.

I test hanno dimostrato che questo materiale è più forte, più sicuro e molto più sostenibile della plastica tradizionale. Per essere prodotto richiede risorse ridotte, poca energia e temperature inferiori ai 100 gradi. Si biodegrada dopo 4-6 settimane, è adatto per il compostaggio domestico e non rilascia sostanze tossiche, eliminando la necessità di utilizzare impianti di smaltimento o di riciclo.

Secondo Lucy, un merluzzo bianco dell’Atlantico potrebbe generare tutti i rifiuti organici necessari per produrre 1.400 sacchetti di MarinaTex. In un anno secondo i suoi calcoli si potrebbero produrre più di 118.000.000 borse.

Il James Dyson Award è un premio famoso nel mondo del design e dell’ingegneria. L’edizione internazionale è aperta tutti gli studenti universitari di design di prodotto, design industriale o ingegneria, e ai laureati (da non più di quattro anni) di molti Paesi: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, India, Italia, Irlanda, Giappone, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Filippine, Russia, Singapore, Spagna, Corea del Sud, Svizzera, Svezia, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.

La classifica dei migliori progetti a livello mondiale, i “Top 20”, sarà annunciata il 17 ottobre dopo la selezione degli oltre 1.000 candidati e il 14 novembre sarà nominato il vincitore finale che porterà a casa 33,500 sterline; altre 5.500 andranno all’università di provenienza.  

Noi ovviamente tifiamo per Lucy.

Alessandra Apicella

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