Elisabetta, dietro una grande donna c’è sempre un grande uomo

Il proverbio non è proprio così, ma nel caso di Elisabetta Falchi l’eccezione ha solide basi.

L’Azienda Agricola Falchi ha una lunga storia, nasce nel 1792 ad Oristano e vede intere generazioni avvicendarsi nella gestione dell’impresa. Tanti agricoltori appassionati, legati ad un territorio particolare, prezioso, ma da conoscere, rispettare, valorizzare nella sua unicità. Nei passaggi generazionali, con la Seconda Guerra mondiale alle porte, tutti gli uomini erano stati a chiamati a servire la Patria e allora tocca a Marietta Falchi guidare l’azienda durante il periodo fascista. “In Sardegna le donne hanno sempre avuto un ruolo decisivo – afferma Elisabetta – in molti casi gli uomini fanno i pastori e rimangono lontani dalle case per lunghi periodi e tocca alle donne prendere decisioni e portare avanti gli impegni quotidiani”.

Passano gli anni e l’azienda si conferma una solida realtà nell’economia di quella regione. Ma quando entra in scena Antonio Falchi, il papà di Elisabetta, le cose cambiano velocemente all’insegna dell’energia e dell’innovazione. È lui il grande uomo che ha forgiato la natura di Elisabetta e delle sue sorelle.

Nato nel 1926, Antonio si laurea nel 1952 in Scienze Agrarie a Pisa e dopo varie esperienze nell’OECE (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea), decide di adottare le pratiche dell’agricoltura meccanizzata e di cogliere le opportunità che stava offrendo il mercato comunitario. Antonio ridefinisce le produzioni aziendali, riduce l’allevamento di bestiame e decide di dedicarsi alla coltura dei cereali ed in particolare del riso da seme. In questo campo si specializza e arriva a produrre sementi di germinabilità elevatissima.

Antonio adora l’innovazione e continua a migliorare l’efficienza e la produttività della sua azienda. Le quattro figlie lo affiancano, imparano, condividono quotidianamente le sue sfide sui campi.  “Mio padre avrebbe sempre voluto un maschio – afferma Elisabetta – come giusto erede cui passare il testimone, poi però, con la nascita della più piccola delle mie sorelle, pensò che fosse un’opportunità vivere circondato da sole donne e che in fondo sarebbe stato entusiasmante e sicuramente più stimolante trasmettere tutte le sue competenze e i suoi segreti a noi figlie.”  

Visionario, lungimirante, sempre attento alle dinamiche del mercato e appassionato studioso, Antonio nel 1978 fonda, insieme ad alcuni agricoltori di Vercelli, il marchio SA.PI.SE., Sardo Piemontesi Sementi, una cooperativa specializzata nella commercializzazione, nella ricerca e nello sviluppo delle sementi.

Nel 1988 il grande leader si ammala e viene a mancare. E le donne sarde prendono il timone di tutte le attività. Elisabetta appena laureatasi in Agraria, entusiasta dei suoi studi, decide di impegnarsi con i soci della cooperativa nel miglioramento genetico delle varietà di riso con pratiche di selezione naturale, non OGM ovviamente, e in questo percorso lo aiuta anche un genetista cinese che arriva per uno stage in azienda ma poi finisce per lavorarvi per tanti anni. Oggi Elisabetta è Presidente dell’azienda agricola Falchi e Presidente della cooperativa SA.PI.SE, nonché vice Presidente di Confagricoltura.

Sono nata e cresciuta con i valori che mi ha trasmesso mio padre, per lui il miglioramento continuo e l’innovazione erano un impegno quotidiano – afferma Elisabetta – e penso che questo dovrebbe essere il percorso virtuoso che dovrebbe intraprendere il nostro Paese. Abbiamo una ricchezza di materie prime e di competenze uniche nel panorama internazionale. Oggi poi lo scenario è cambiato e c’è una nuova consapevolezza da parte degli agricoltori: sanno che i consumatori vogliono la qualità e sanno anche che le tecniche colturali devono essere in linea con i principi della sostenibilità: rispetto del territorio e del benessere animale, utilizzo ottimale delle risorse, lotta agli sprechi.

“Per molti tuttavia rimane la difficoltà di affermarsi nel mercato e di ottenere le giuste remunerazioni, per questo è importante saper fare squadra e operare in una logica di filiera traguardando l’eccellenza, solo così si potrà avere una voce autorevole nei tavoli che contano”.

E la storia di SA.PI.SE in fondo ne è una conferma.

Lo scorso autunno la cooperativa ha compiuto 40 anni e le feste di compleanno sono state ovviamente due, due Open Day che si sono tenuti il 5 settembre a Sali Vercellese, nella Tenuta Castello, e il primo ottobre a Oristano, presso l’Azienda Agricola Falchi.

SA.PI.SE oggi conta 15 soci ed è sinonimo di assoluta qualità per le sementi prodotte e commercializzate in tutta Europa. Continua il suo lavoro nel miglioramento delle sue sementi e nella creazione di nuove varietà grazie al lavoro di squadra fatto dal suo centro di Ricerca e dai suoi tre impianti di selezionamento. E il Riso Venere è un po’ un emblema di questo modus operandi. Questo riso nero aromatico, creato nel 1997, è gestito interamente da SA.PI.SE che ne controlla sia l’intera filiera di produzione (protocollo di coltivazione con elevati standard qualitativi), sia la commercializzazione tramite un disciplinare di autorizzazione.

Morale? Il grande, lungimirante Antonio aveva già disegnato un modello di business molto competitivo, perfetto per affrontare in modo efficace le sfide contemporanee. Elisabetta ne ha raccolto l’eredità ed è impegnata a non deludere e superare il suo maestro davvero speciale, condividendone i valori con chi lavora tutti i giorni con passione la propria terra.     

Alessandra Apicella

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