Pochi giorni fa al Pack Expo di Las Vegas, Bosch Packaging Technology ha presentato il suo prototipo di confezione per uso alimentare chiamato Pearl: utilizza un materiale formabile in 3D, il FiberForm, sviluppato e brevettato da BillerudKorsnäs, una società svedese che realizza packaging a base di fibre resistenti, leggeri e riciclabili.
In linea con le norme della FDA, il FibreForm è un materiale perfetto per conservare formaggi, carne e pesce; per essere prodotto richiede molta meno energia rispetto alla plastica ed è riciclabile nella maggior parte dei Paesi europei.
Pearl, dunque, rappresenta un’opportuna concreta per creare e produrre a livello industriale nuove confezioni di carta creative ed ecologiche.
In un suo comunicato, Bosch ha espresso anche la sua posizione sulle opportunità e sulle difficoltà relative all’impiego di diversi materiali.
In tema di imballaggio primario, Bosch sostiene che grazie alla capacità di tenuta, alle caratteristiche di barriera e alla formabilità, i film sono attualmente indispensabili per l’imballaggio primario. I monomateriali tuttavia possono essere riciclati più facilmente e in modo più efficiente ma risultano più difficili da lavorare.
La carta è sicuramente più sostenibile ma è meno flessibile rispetto ai film di plastica e piegare le cuciture trasversali e longitudinali risulta problematico. Inoltre, ad alta velocità la carta è più soggetta a strappi. Bosch sta sviluppando e testando nuove soluzioni per riuscire a produrre imballaggi perfetti, anche privi di increspature, e già oggi è in grado di fornire alcune tecnologie efficaci.
Per quanto riguarda gli imballaggi secondari in carta e cartone, secondo Bosch c’è ancora un po’ di lavoro da fare per renderli ancora più sostenibili, ottimizzando l’uso dei materiali e riducendo gli sprechi. La società dichiara di aver realizzato alcune soluzioni che permettono di reimpiegare il cartone leggermente piegato o riciclato. Inoltre, la colla a caldo crea problemi nel processo di riciclo della carta e Bosch sta lavorando per riuscire ad impiegare la sigillatura ad ultrasuoni come alternativa sostenibile.
La sfida per tutti i marchi che operano nel settore del Food and Beverage è quella di trovare un’alternativa alla plastica, che sia valida in termini di prestazioni e anche economicamente sostenibile, soprattutto nell’imballaggio usa e getta.
A febbraio, la cooperativa danese Arla Foods ha introdotto i cartoni di latte naturale non sbiancato certificati FSC. A giugno, il produttore di burro di noci biologico Justin’s ha annunciato di aver collaborato con ProAmpac per realizzare le sue nuove confezioni ad alta barriera prodotte con materiali riciclati. Queste buste hanno elevate proprietà di barriera all’ossigeno e all’umidità, e dunque preservano la freschezza del prodotto, ma hanno anche un’impronta di carbonio ridotta perché non si basano su polimeri vergini al 100%.
Nel frattempo, Nestlé è pronta a partire con il suo progetto pilota in Indonesia dove introdurrà le prime cannucce di carta per le sue bevande Nescafé Ready-To-Drink.
Le confezioni con le nuove cannucce saranno disponibili nel corso del quarto trimestre del 2019 con Nescafé Lively Yuzu e Cool Coconut nei centri commerciali Alfamart e Indomaret e l’obiettivo è estendere la soluzione ad altre bevande Ready To-Drink per arrivare ad eliminare 450 milioni di cannucce di plastica.
In Indonesia Nestlé, in collaborazione con i suoi partner – il fornitore di packaging SIG Combibloc Indonesia, Alfamart e Indomaret – è anche impegnata a realizzare sistemi di raccolta ad hoc per agevolare il riciclo dei materiali e anche per la bevanda Milo ci sono delle novità in arrivo: a partire dal 2020, in tutti gli eventi sportivi di cui il brand sarà sponsor, sarà distribuita con bicchieri di carta riciclabili al 100%.