Economia circolare: storie di quattro imprese virtuose

L’11 dicembre scorso si è chiusa la prima edizione del Concorso Storie di Economia Circolare e i vincitori si sono aggiudicati i premi assegnati dal Gruppo Banca Etica per un totale di 10 mila euro. La seconda edizione del Concorso sarà presentata il prossimo febbraio.

Ecco in sintesi i 4 progetti premiati.

The Circle.  Quattro giovani romani hanno realizzato un impianto di coltivazione e un allevamento ittico funzionali tra loro, nel totale rispetto dei principi della sostenibilità. La tecnica di coltivazione è fuori suolo e il loro allevamento di carpe è prezioso per il benessere delle loro piante.  
Nelle vasche i pesci producono scarti, sotto forma di ammoniaca; questa viene raccolta ed utilizzata per nutrire le piante. L’acqua così utilizzata rientra nel circolo tornando nella vasca dei pesci, ormai filtrata e priva delle scorie alimentari, dannose per gli animali stessi. Alla fine del percorso, il risparmio d’acqua è pari al 90% rispetto ad una coltivazione tradizionale e la disposizione degli ortaggi in verticale contribuisce al risparmio di suolo. La totale assenza di inquinanti, diserbanti, antiparassitari e fertilizzanti di sintesi è un ulteriore vantaggio che emerge da questo “circolo virtuoso”. 

Panta Rei  è un’associazione no profit che ha sede a Passignano sul Trasimeno ed è impegnata a promuovere e diffondere la bioedilizia, raccogliendo e trasformando materie prime del territorio e coinvolgendo le comunità circostanti. Solo nel 2017 sono stati organizzati 51 eventi con 1500 adulti 600 bambini e una media di 3 volontari a settimana. Panta Rei è nata con il recupero di tre strutture agricole abbandonate a causa della crisi della zootecnica. Gli edifici sono stati riqualificati utilizzando materiali a km0 a basso impatto ambientale: legno, terra cruda, sughero, paglia, pietra, canna di lago.  Questa tecnica di costruzione coinvolge architetti professionisti ma anche la comunità, compresi i bambini, per cui di fatto Panta Rei ha creato un ambiente di formazione permanente. L’associazione ha vinto il premio Outstanding Earthen Architecture in Europe e il suo ecovillaggio è stato nominato centro di eccellenza regionale CRIDEA. Dal 2008, anno della riconversione, questo ecovillaggio è completamente sostenibile a livello energetico. L’acqua proviene da un sistema di fitodepurazione. Il 60% dell’acqua viene recuperato e riutilizzato per i servizi igienici e per l’irrigazione dell’orto. Per l’energia vengono utilizzati pannelli solari. I rifiuti vengono smaltiti con metodo bokashi e compost. Anche l’alimentazione è circolare: parte del cibo del centro proviene dall’orto sinergico.

La Falegnameria K_alma, nata nel 2016, si trova nel quartiere Testaccio a Roma. Grazie all’attività volontaria di alcuni falegnami offre la possibilità a richiedenti asilo e a chiunque voglia partecipare di imparare la basi per la lavorazione del legno.
Tutto quello che viene prodotto è realizzato con legno di scarto e materiali recuperati come, ad esempio, i tappi di bottiglia. Sgabelli, armadi, lampade sono alcuni degli oggetti che i ragazzi della falegnameria progettano e costruiscono insieme dando così nuova vita al legno. Gli oggetti realizzati vengono venduti e ciò che era destinato ad essere gettato torna in circolo con una forma e uno scopo totalmente nuovi. I prodotti vengono commissionati da privati ma anche da scuole, asili nido e associazioni. Si è creata nel tempo una piccola rete che alimenta e sostiene l’attività della falegnameria e che diffonde conoscenze ed esperienze anche tra chi domani potrebbe decidere di fare di tutto questo il suo lavoro.

Recup è un’associazione impegnata contro lo spreco alimentare che opera a Milano attivandosi in diversi mercati milanesi. Durante la fase di chiusura del mercato, i volontari dell’associazione, circa trenta suddivisi tra le varie zone, chiedono in dono ai commercianti le eccedenze e le portano in un punto di raccolta, dove chiunque può prenderle. Attraverso la raccolta e la redistribuzione,  i volontari attivano un circolo virtuoso che coinvolge sia i commercianti sia gli utenti più bisognosi evitando gli sprechi alimentari. Non solo. Nel perseguire l’obiettivo di ridurre al minimo lo spreco alimentare, i volontari semplificano le attività di smaltimento dei rifiuti, utilizzando nuovi metodi per valorizzare frutta e verdura ancora commestibile e, soprattutto, sviluppano nuove forme di collaborazioni nell’ambito dei diversi mercati.

Per conoscere nei dettagli le storie dei vincitori basta andare sul sito http://www.economiacircolare.com/vincitori-prima-edizione-concorso/

Alessandra Apicella

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