La cellulosa è una grande risorsa e per fortuna è presente in grandi quantità ed è a nostra disposizione. È una componente essenziale del mondo vegetale, la ritroviamo anche in molti prodotti di scarto come i rifiuti organici domestici e i sottoprodotti provenienti dall’agricoltura e dalle industrie alimentari. Tuttavia, gran parte di questi rifiuti attualmente finisce nei biodigestori e negli inceneritori.
Ora nel grande cantiere di idee, progetti e di soluzioni che è l’Università di Wageningen i ricercatori stanno sviluppando una serie di tecnologie per riutilizzare la cellulosa in applicazioni diverse come nel caso della produzione di rivestimenti, vernici, carta, materiali da costruzione e bioplastiche.
Nell’università olandese sono state identificati e analizzati numerosi materiali che contengono alte percentuali di cellulosa, ne sono stati anche classificati i diversi livelli di qualità. La sfida è trovare il percorso più adatto dalla materia prima al prodotto finale, per questo sono utilizzate diverse tecniche per estrarre la cellulosa da tutte quelle risorse e modificarla in modo tale da poter essere utilizzata per applicazioni specifiche. L’obiettivo è mantenere le proprietà intrinseche preziose e utili della cellulosa limitando al minimo l’uso di energia e di sostanze chimiche.
Alcuni ricercatori, ad esempio, hanno sviluppato una tecnologia per trasformare le fibre di lino in composti a base biologica, che rendono la plastica più resistente e leggera e che possono essere impiegati per realizzare modanature per l’edilizia o per l’industria automobilistica.
Una fonte versatile e particolarmente preziosa per estrarre la cellulosa è l’erba di elefante. Dopo la lavorazione, le fibre ottenute da questa coltura possono essere utilizzate in composti “biobased” per realizzare carta e materiali da costruzione. Anche la polpa che rimane dalla lavorazione delle barbabietole da zucchero è una preziosa fonte di cellulosa ricca di potenzialità.
Mentre alcuni materiali impiegati dall’industria delle costruzioni possono anche essere ricavati dalle fibre presenti nelle bucce di cocco. “Abbiamo sviluppato un processo in cui le fibre di cocco vengono utilizzate per produrre materiali nautici resistenti e soprattutto resistenti all’acqua, senza la necessità di altri additivi. Per ottenere questo risultato abbiamo riorganizzato i blocchi esistenti per creare un prodotto con proprietà molto migliori rispetto all’originale”, ha spiegato Christiaan Bolck, della divisione Food & Biobased Research dell’Università.
A Wageningen sono stati realizzati anche imballaggi in cartone che nascono dalle foglie e dagli steli delle stesse piante di pomodoro, tutto materiale abitualmente destinato ai biodigestori o agli inceneritori. Per questo i ricercatori hanno messo in contatto i coltivatori di pomodori con un produttore di carta, che è stato in grado di realizzare scatole dalle foglie e dai gambi delle piante di pomodori.
Il punto di forza dell’Università di Wageningen è proprio questo: oltre a rendere disponibili le loro conoscenze in tema di materiali e tecnologie favoriscono l’introduzione delle soluzioni nel mercato creando un circolo virtuoso tra produttori, trasformatori, fornitori e consumatori. Un grande lavoro che vuole contribuire concretamente allo sviluppo dell’economia circolare, creando vere alternative sostenibili e rinnovabili in sostituzione delle risorse attualmente impiegate a base di petrolio.
E su questo tema un’altra ricercatrice di Wageningen Luisa Trindade che si occupa di Plant Breeding ha espresso una valutazione particolarmente interessante: “Gran parte delle colture vengono scartate al momento del raccolto e questo comporta un mancato utilizzo di prodotti o parti vegetali che contengono proteine, grassi, fibre e altri preziosi componenti vegetali”. Per Luisa “il mondo ha bisogno di piante che possano essere utilizzate completamente, fino all’ultima molecola”.
economia circolare e nuovi packaging, altro che sterili battagli sui “distretti della plastica”, il mercato va riconvertito un po’ alla volta senza rimpianti, ma con decisione
Totalmente d’accordo con te ma va fatto un piano serio di evoluzione, anche perchè la transizione a nuovi materiali richiede investimenti. E comunque anche in tema di riciclo credo che ci si dovrebbe dotare di infrastrutture adeguate per ottimizzare l’utilizzo dei materiali. Dovrebbe essere la nostra ossessione l’economia circolare!