Olio di palma e deforestazione, un tema cruciale. I maggiori produttori e acquirenti di olio di palma come le multinazionali Cargill, Bunge, Mondelēz, Nestlé, Pepsico e Unilever si sono uniti per formare il Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO). Hanno concordato che la deforestazione deve essere fermata e che l’olio di palma sarà prodotto in modo sostenibile e certificato.
I dati rimangono allarmanti: negli ultimi decenni, la Malesia e l’Indonesia sono state devastate dalla deforestazione su larga scala, circa il 25 per cento del fenomeno è dovuto all’aumento delle piantagioni di olio di palma e proprio l’85 per cento di tutto l’olio di palma utilizzato proviene dalla Malesia e dall’Indonesia. Questo grasso vegetale si trova un po’ ovunque: biscotti, prodotti da forno, pizza e dolci, ma anche saponi e cosmetici.
A Wageningen sostengono che l’unica soluzione per combattere la deforestazione su larga scala è un sistema di allerta che segnala quasi in tempo reale. Per questo i ricercatori stanno sviluppando un sistema avanzato, che continua ad apprendere automaticamente, e che analizza le immagini radar-satellitari e segnala in rosso le zone in cui le foreste scompaiono. Questa segnalazione permette ai governi e alle società di intervenire tempestivamente, controllando la situazione ed affrontando i trasgressori. Anche le organizzazioni che si occupano di protezione ambientale possono utilizzare le analisi delle immagini per monitorare la situazione.
Le immagini radar vengono ricevute ogni sei-dodici giorni e vengono quindi analizzate dal sistema che le converte in mappe. Tra i responsabili del progetto c’è Johannes Reiche, assistant professor Radar Remote Sensing a Wageningen. Illustrando il sistema Reiche evidenzia come le macchie rosse presenti sulle mappe indicano le zone in cui le foreste tropicali stanno scomparendo e ricorda che l’utilizzo di normali immagini satellitari ottiche, per la presenza di nuvole, non consentono una visione completa e dunque non permettono di intervenire tempestivamente in caso di incendi o abbattimento di alberi.
Ora però sono disponibili le immagini radar dei satelliti Sentinel-1A e B. Questi satelliti dell’Agenzia spaziale europea (ESA) producono immagini dell’Europa a giorni alterni e immagini di ogni località tropicale ogni sei-dodici giorni e utilizzano i satelliti radar che usano onde radio in grado di attraversare le nuvole.
Le immagini radar catturano molti dettagli spaziali e rivelano anche le pratiche di deforestazione più piccole.
Reiche e i suoi colleghi stanno sviluppando il nuovo sistema informatico in collaborazione con l’organizzazione indipendente Global Forest Watch e la società olandese Satelligence.
Le analisi e le mappe del sistema saranno rese disponibili online e accessibili a tutti nel prossimo futuro tramite il sito Web Global Forest Watch. In questo modo, oltre ai governi e alle aziende, anche organizzazioni critiche come MightyEarth e Greenpeace saranno in grado di verificare le richieste di sostenibilità.
Reiche punta a un’applicazione mondiale del sistema di allerta per prevenire anche la deforestazione in aree come l’Amazzonia e l’Africa centrale e ricorda che in diversi altri Paesi è stato sviluppato un sistema di allarme simile. “In Perù, sono già stati raggiunti buoni successi nella lotta contro la deforestazione. I report hanno permesso al governo di avvertire le comunità indigene che si stavano verificando disboscamenti illegali nella loro zona e la comunità si è immediatamente recata nei luoghi per fermare lo scempio. Inizialmente – dichiara Reiche – i colpevoli rimanevano stupiti, pensavano che ci fosse l’intervento di forze spirituali sciamaniche: come avrebbero potuto altrimenti sapere le tribù native della loro presenza?”
oltre ad un segnalatore di deforestazione dovremmo inventare anche un segnalatore di corruzione, che spesso sta alla base di costoro che agiscono impuniti…