La notizia è del 18 dicembre e rappresenta un traguardo importante per il mondo scientifico ma anche per il nostro Paese dove sono quasi 30 mila gli ettari dedicati alla coltivazione di questi alberi da frutta.
A guidare il lavoro di ricerca è stata la Fondazione Edmund Mach, storico punto di riferimento per la Ricerca e la formazione nel settore agricolo, agroalimentare e ambientale. In particolare è stata coinvolta l’unità di biologia computazionale e genomica strutturale del Centro Ricerca e Innovazione che ha lavorato per due anni con un pool di ricercatori internazionali nell’ambito di un consorzio appositamente creato per il sequenziamento e all’assemblaggio del genoma del pero europeo.
Le realtà coinvolte sono state l’Università della California (Davis), l’Università di Ghent (Belgio), l’Institute for Plant and Food Research (Nuova Zelanda), l’INRA (Francia), l’Università di Tubingen (Germania), l’Università di Wageningen (Olanda) e, per l’Italia, il CREA.
Una prima versione più frammentata del genoma era stata già ottenuta grazie a lavori precedenti, cui aveva già partecipato la Fondazione, ma ora il quadro è completo. E la ricerca ha confermato l’alto grado di ripetitività di questo genoma e riporta una altissima corrispondenza con il genoma di melo e pero asiatico, con l’individuazione di circa 37.400 geni codificanti proteine. Tutte informazioni preziose che consentiranno di conoscere in modo più approfondito le caratteristiche delle piante e di migliorare le specie, anche all’insegna della biodiversità.
Nelle aziende della Fondazione si svolgono già da anni prove sperimentali, anche per questa specie frutticola, in cui si approfondiscono alcune tematiche legate allo studio delle forme di allevamento e alla produttività di alcune combinazioni di varietà e portinnesto.
I dati sono disponibili e facilmente accessibili per l’intera comunità scientifica nel portale di riferimento per le rosacee, the Genome database for Rosaceae gestito dalla Washington State University.
La Fondazione Mach ha tre unità dedicate alla genomica delle piante.
Genomica e biologia delle piante da frutto. Basandosi sulle conoscenze dei genomi e della genetica delle specie diffuse nel Trentino e su valutazioni agronomiche, questo dipartimento rende disponibili al mondo agricolo nuove varietà, strumenti molecolari e altre innovazioni tecnologiche. Per i suoi studi si avvale del patrimonio di germoplasma presente nelle sue collezioni: vite 2.300 accessioni, melo 1.660 accessioni, fragola e lampone circa 200 accessioni, oltre a mirtillo e ciliegio in quantitativi minori.
Genetica e miglioramento genetico dei fruttiferi. Questa unità si occupa della comprensione delle basi genetiche e biologiche del melo e di altri frutti della famiglia delle Rosaceae, come fragola e lampone, nonchè mirtillo e ribes, albicocco e ciliegio. Per alcune di queste colture (melo, fragola, pero) la Fondazione si è occupata del sequenziamento dei genomi e tutt’oggi ne gestisce l’aggiornamento. Il patrimonio di informazioni, scaturito dalla conoscenza dei genomi, serve a produrre nuove varietà e contribuisce a migliorare le coltivazioni, dalla cura delle piante alla conservazione della frutta
Genetica e miglioramento genetico della vite. Questo è il dipartimento che si dedica allo sviluppo di basi scientifiche e novità varietali per la viticoltura sostenibile. Attraverso analisi sofisticate vengono studiati il controllo genetico della resistenza a peronospora e oidio, i fattori di resilienza a stress biotici e abiotici e caratteri varietali che aumentano il valore delle produzioni, come l’apirenia, la composizione degli antociani e i precursori aromatici delle uve. Vengono anche svolte attività di incrocio, selezione e valutazione agro-enologica per ottenere nuovi vitigni resistenti ai patogeni, integrando se possibile l’informazione dei marcatori molecolari.