La loro filosofia è chiara: riportare il più possibile il nostro stile di vita ad un equilibrio sostenibile, secondo natura.
È nata così Future Power, una società che offre una serie di prodotti e di proposte che vogliono essere una risposta completa, circolare e integrata, creando un vero ciclo virtuoso che rimette al centro il rispetto dell’ambiente e dell’Uomo: lo scarto di un’attività diventa materia prima dell’altra.
Ricerche, viaggi esplorativi, conferme scientifiche e Marco Baudino, Ceo e Direttore Tecnico di Futurepower, nelle sue trasferte in giro per il mondo, in Cina individua un materiale innovativo nella sua applicazione, la lolla di riso, che “genera” la gamma di prodotti VIPOT.
La lolla è uno scarto della produzione del riso ed è un materiale di difficile smaltimento, ma proprio da questo problema nasce una soluzione efficace. “In Italia ogni anno la lolla di riso da smaltire è pari a 320 mila tonnellate – afferma Baudino – dunque sfruttare questo materiale sarebbe un doppio vantaggio sia per superare il problema dello smaltimento sia per creare un’ottima alternativa alla plastica. Avremmo già in casa tutte le risorse necessarie.”
VIPOT è infatti ideale per una serie di oggetti di uso quotidiano: dai vasi per le piante di uso domestico a quelli professionali per grandi coltivazioni, a contenitori per il consumo di alimenti e, in futuro, per la loro conservazione. Esteticamente gradevole, resistente e facilmente decorabile, VIPOT è lavabile e riutilizzabile ma soprattutto “naturalmente” biodegradabile e compostabile a fine utilizzo. Tutti gli oggetti realizzati con questo materiale sono semplicemente metabolizzabili dalla natura se inavvertitamente dispersi nell’ambiente.
“L’obiettivo è diffondere l’utilizzo di questo materiale, brevettato in Cina, e farne una versione “made in Italy” che sempre più produttori e distributori possano utilizzare eliminando finalmente la plastica, che continua a galleggiare nei nostri mari. E anche con un certo miglioramento rispetto alle bioplastiche.”
E qui comincia il secondo capitolo, integrato al primo, che prevede il riutilizzo intelligente dei materiali.
Future Power propone infatti una nuova tecnologia ad alta efficienza, basata sulla digestione anaerobica naturale degli scarti organici, riportata a livelli di alta efficienza e funzionalità: con i MINI Digestori Anaerobici definiti “a solido”.
Questi impianti sono ideali per quelle comunità che oggi hanno una produzione di rifiuti organici tra le 1500 e le 3000 tonnellate l’anno con il vantaggio di renderle autonome, sia da un punto di vista della gestione dei rifiuti organici, sia da un punto di vista energetico. Sono personalizzabili a seconda delle esigenze e sono modulari – se crescono le esigenze possono essere modificati, proteggendo gli investimenti già effettuati – occupano poco spazio, non rilasciano odori e operano con elevati livelli di efficienza. Sono perfetti per gestire la produzione e gli scarti fisiologici anche di tante imprese dell’agroalimentare e del settore ortofrutticolo. Presto saranno disponibili unità ancora più piccole, sempre a ottima redditività, capaci di gestire quantità tra 150 e 300 tonnellate l’anno. In tal modo i rifiuti diventano sottoprodotti di un processo diventando una vera e propria risorsa energetica.
Per la realizzazione e la messa a punto di questi impianti Future Power si avvale di un team di ingegneri specializzati e biologi che valutano le specifiche esigenze del territorio e della clientela e progettano su misura la soluzione ideale.
“La nostra esperienza, sviluppata in collaborazione tra la società svizzera Renergon, nostro partner di riferimento, e l’Università di Zurigo – continua Baudino – ci permette di trattare fino a 80 ingredienti diversi ricavati da residui organici agricoli e zootecnici e agroalimentari, ma anche industriali. Nonché dalla cosiddetta “FORSU” (frazione organica dei rifiuti da raccolta differenziata), più sfalci e potature, sia urbane sia forestali. E in Svizzera sono centinaia questi tipi di impianti attivi sul territorio con vantaggi concreti per l’ambiente. Qui in Italia a breve dovrebbero partire i primi tre impianti, ma preferisco parlare a cose fatte in modo tale che siano gli stessi utenti a descriverne il funzionamento e i vantaggi”.