L’approccio dell’Università della California, Davis, nei confronti della biodiversità è sempre molto pragmatico, le ricerche si concludono dando sempre la parola ai fatti e ai numeri.
Questa volta lo studio ha riguardato 20 aziende che coltivano fragole tra Santa Cruz, Watsonville e Salinas sulla costa centrale della California, una regione che produce il 43 per cento delle fragole della nazione.
La maggior parte di queste aziende adotta pratiche per ridurre la contaminazione fecale degli uccelli e i danni che provocano alle colture e per questo spesso viene anche distrutto l’habitat naturale che ospita questi animali: foreste, praterie, zone umide e arbusti.
Queste pratiche sono regolamentate da protocolli e normative che sono state definite e adottate a partire dal 2006 quando è stato scoperto un focolaio mortale di E. coli in molti campi di spinaci. L’obiettivo era evitare ulteriori rischi di malattie di origine alimentare. Ma secondo uno studio, nel solo triennio 2006- 2009, in quella regione era stato distrutto circa il 13% dell’habitat lungo il fiume Salinas.
Ora, invece, i modelli del nuovo studio dimostrano che l’aggiunta di habitat naturali può ridurre i costi relativi ai danni delle colture del 23 per cento e che la loro rimozione può aumentarne i costi fino al 76 per cento.
Nelle aziende agricole con un habitat più naturale non si sono riscontrate maggiori contaminazioni fecali sulle o nelle piante di fragola circostanti. Non solo, la presenza delle feci degli uccelli si riscontrava abitualmente sul terreno e colpiva raramente i frutti, solo 2 su 10.000 mostravano segni di contaminazione fecale diretta che comunque venivano rimossi durante il processo di raccolta manuale senza alcun rischio per la sicurezza alimentare. Per questo secondo i ricercatori non ci sono assolutamente prove che la conservazione dell’habitat rappresenta un rischio per la sicurezza alimentare.
Lo studio ha rilevato che solo in alcuni casi gli uccelli selvatici hanno creato danni alle colture, in particolare ai margini delle aziende agricole, mentre invece hanno un ruolo importante per il controllo degli insetti. La presenza dell’habitat naturale, invece, riduce l’entità dei danni proprio perché i campi di fragole non rappresentano un ambiente ideale per la vita degli uccelli.
Questo studio fa parte di una ricerca più ampia che si propone di documentare come i paesaggi agricoli possono trarre vantaggio dalla biodiversità e dal valore degli ecosistemi. Il progetto è stato finanziato da una sovvenzione dell’Istituto nazionale per l’alimentazione e l’agricoltura del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, i dettagli sono stati pubblicati in un articolo di Ecological Applications.
La foto è dell’Università della California Davis.