Se la varietà e la qualità dei nostri prodotti sono unici nel panorama mondiale il merito è sicuramente dei nostri territori ricchi di biodiversità, ma anche delle nostre tradizioni, conservate e tramandate religiosamente. Un dato è certo, però, per nostra fortuna non ci siamo mai dovuti confrontare con le difficoltà di tante altre nazioni: temperature estreme, mancanza di risorse idriche, scarsità di terre coltivabili e di varietà.
I cambiamenti climatici, tuttavia, non guardano in faccia nessuno e le sfide della sostenibilità non conoscono confini, sono fenomeni globali, riguardano tutti.
Per questo anche nel nostro Paese, è sempre più diffusa una nuova consapevolezza che sta portando ad esplorare e introdurre innovazioni: nuove pratiche, strumentazioni, tecnologie.
Tra le realtà più attente e vigili, c’è il Consorzio di Tutela Vini Doc Collio, da sempre impegnato a preservare il valore speciale del proprio territorio. E quando nel 2017 si è presentata l’opportunità di partecipare a un progetto di ricerca multidisciplinare europeo (Interreg) per la sostenibilità il Consorzio non ha esitato.
L’obiettivo era individuare modalità di lavorazioni agricole più sostenibili proprio in quella fascia di terra speciale, a forma di mezzaluna, con caratteristiche fisiche e climatiche omogenee, che abbraccia l’Italia e la Slovenia, tra le Alpi Giulie e l’Adriatico. Qui i due principali nemici da combattere per garantire la salute dei vigneti e la qualità dei prodotti sono soprattutto due, la peronospora e l’oidio.
Il progetto, chiamato Susgrape, ha coinvolto 18 aziende vitivinicole del Collio, ricercatori e scienziati dell’Università della Primorska e i tecnici di Primo Principio, società specializzata in soluzioni per l’agricoltura di precisione, che hanno lavorato con il coordinamento dell’Area Science Park, il famoso ente nazionale di ricerca e innovazione.
Susgrape è durato due anni ed è terminato lo scorso marzo, prevedeva un evento conclusivo per presentarne i risultati con le testimonianze dirette dei partecipanti, ma la pandemia, anche in questo caso, come un colpo di spugna ha cancellato tutti i piani.
Protagonista e osservatore privilegiato di questo grande lavoro è stato l’enologo Dario Maurigh, consulente viticolo del Consorzio.
“Quando abbiamo iniziato c’era molta curiosità ma non erano in pochi ad avere anche qualche perplessità e resistenza, sentimenti prevedibili quando si introduce qualcosa di nuovo. Giorno dopo giorno però Susgrape è riuscito a coinvolgere ed appassionare i partecipanti anche perché i vantaggi erano tutti i giorni sotto gli occhi di tutti.
“Grazie alle centraline agrometeorologiche posizionate nei vigneti e ai modelli previsionali agronomici messi a punto da Primo Principio si possono avere tante informazioni che possono aiutare a curare in modo più puntuale le piante e a prevenire possibili danni da malattie.
“Il modello è stato costruito in base all’analisi di un’ampia documentazione scientifica e viene continuamente arricchito, affinato, personalizzato in funzione del territorio proprio grazie ai dati che vengono raccolti. I sensori e le centraline ogni 15 minuti inviano i loro dati al sistema centrale. I dati viaggiano tramite cloud, vengono elaborati e analizzati centralmente e si traducono poi in informazioni chiare che ogni coltivatore può visionare in modo semplice e immediato sul suo tablet o sul suo smartphone.
“Queste tecnologie – continua Dario – fanno parte dei cosiddetti Decision Support Systems che, proprio grazie alla raccolta di tanti dati e al software che li gestisce, forniscono numerose indicazioni preziose per curare meglio e in modo mirato terreni e piante.
“Grazie a questo progetto oggi possiamo dire di avere acquisito una nuova capacità di gestione degli input fitosanitari. Questo vuol dire che i prodotti per combattere i patogeni vengono distribuiti solo se servono e nelle quantità necessarie. Un elemento che incide anche sui costi delle aziende agricole e che consente di ridurre le emissioni di Co2.
“Nel corso del progetto sono state analizzate anche le potenzialità della microbiologia applicata all’agricoltura. Attraverso l’analisi del microbioma della vite – la ricerca è stata eseguita dai tecnici dell’ICGEB – sono stati individuati alcuni batteri buoni in grado di evitare la comparsa delle malattie e questo consentirà di sviluppare nuovi biopesticidi, ovviamente sostenibili.
“Oggi il progetto si è concluso – continua Dario – ma l’obiettivo è sfruttarne le potenzialità anche per combattere altri patogeni. Non solo, continueremo a produrre il nostro bollettino fitosanitario, frutto delle osservazioni svolte nei vigneti settimanalmente e indirizzato alla conduzione agronomica delle aziende biologiche e di Produzione Integrata con marchio SQNPI. Viene reso disponibile a tutti i viticoltori della zona DOC, non esclusivamente ai soci del consorzio. Uno strumento tecnico informativo molto apprezzato che è diventato un compagno di lavoro importante per tutti coloro che sono impegnati a valorizzare il nostro territorio.”
Nella foto l’agronomo Dario Maurigh, consulente viticolo del Consorzio.
Sturm e una delle poche cantine biologiche del Consorzio del Collio e la sostenibilita e a 360 gradi come struttura, management, produzione e imballaggio. In vigna non si usano piu diserbanti, ma solo concimi organici e il sovescio per aumentare la fertilita del terreno, inoltre il trattamento delle uve e fatto solo con rame e zolfo per combattere peronospera e iodio. La cantina e completamente interrata, garantendo cosi una temperatura dell ambiente costante, e si utilizzano anche i pannelli solari per il riciclo energetico.
Bello approfondirò, grazie