L’UE sta investendo in alcuni progetti con l’obiettivo di introdurre innovazioni decisive per il settore alimentare e soprattutto per la salute delle persone. Tra questi tre sono guidati dal consorzio paneuropeo EIT-FOOD, hanno un budget globale di oltre 2,25 milioni di euro e coinvolgono i ricercatori Technion – Israel Institute of Technology.
Alternativa allo zucchero
Un consorzio guidato dal professor Yoav D. Livney, della Facoltà di biotecnologia e ingegneria alimentare di Technion, sta cercando soluzioni per combattere il diabete e l’obesità, che favoriscono l’insorgenza di tante altre malattie, e sta sviluppando un nuovo dolcificante salutare. Il sostituto dello zucchero, a base di proteine e a indice glicemico zero, è particolarmente sano e potrebbe rivoluzionare il mercato globale degli alimenti e delle bevande. A questo progetto partecipano PepsiCo, Danone e Amai Proteins, una startup guidata da Ilan Samish che è anche membro del network dell’EIT – FOOD, Rising Food Stars, che favorisce lo sviluppo e la collaborazione di imprese innovative nell’agrifood.
Oltre allo sviluppo di questa alternativa sana, ma con caratteristiche sensoriali analoghe a quelle dello zucchero, il team sta mettendo a punto una nuova tecnologia di microincapsulamento in grado di rispondere alle esigenze dell’enorme mercato egli alimenti e delle bevande.
Stabilizzatori più salutari
Il Laboratory for Novel Food and Bioprocessing, guidato dal professor Professor Avi Shpigelman, sta collaborando per lo sviluppo e l’applicazione di nuovi idrocolloidi. L’obiettivo è arrivare ad avere alimenti più sani modificando fisicamente gli idrocolloidi a base di polisaccaridi attualmente utilizzati.
La tecnologia si basa sull’omogeneizzazione ad altissima pressione (UHPH), in cui un liquido viene continuamente pompato attraverso una valvola stretta utilizzando alte pressioni fino a 350 MPa. Ciò comporta la modifica della struttura del biopolimero. Questa tecnologia è stata originariamente sviluppata per la pastorizzazione e la sterilizzazione di alimenti liquidi. In particolare, con questo progetto ci si propone di modificare fisicamente i polisaccaridi e le fibre a base vegetale per sostituire gli stabilizzatori di fonte animale o malsani con ingredienti che favoriscono il benessere. L’Istituto tedesco per la tecnologia alimentare (DIL) guida l’iniziativa insieme a Technion, Herbstreith & Fox, Maspex, ZPOW Agros Nova e Glucanova.
“Lab on a chip”, un allarme rapido per la sicurezza alimentare
Il professor Yechezkel Kashi della facoltà di biotecnologia e ingegneria alimentare e il professor Gilad Yossifon della facoltà di ingegneria meccanica stanno guidando un consorzio con sei partner europei (EUFIC, Grupo AN, Maspex, Energy Pulse Systems e University of Queen Belfast) per mettere a punto una tecnologia in grado di monitorare e intercettare in tempo reale la presenza di batteri e tossine patogeni e dunque garantire una maggiore sicurezza dei prodotti.
L’intossicazione alimentare provoca migliaia di morti ogni anno. I contaminanti alimentari sono per lo più monitorati utilizzando metodi basati sulla cultura che richiedono tempo ma nel frattempo può capitare che alcuni prodotti contaminati vengono comunque commercializzati e consumati. Il team Technion ha sviluppato una tecnologia per il rilevamento sensibile e in tempo reale di diversi agenti patogeni e tossine, basata sulla tecnologia “lab-on-a-chip”, che individua la concentrazione di batteri e le sequenze del loro DNA fino ad ottenere un segnale misurabile.
L’obiettivo è integrare questa tecnologia nei test che attualmente vengono praticati sugli alimenti per ottenere una valutazione della sicurezza puntuale e in tempo reale. I vantaggi sono evidenti: più salute per i consumatori, meno richiami, più efficienza della produzione. Questa soluzione, affermano i ricercatori, è anche relativamente poco costosa rispetto ai metodi esistenti quindi incoraggerà tutti gli operatori a controllare frequentemente i loro prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento, eliminando tutti i rischi. Sia per la salute dei consumatori sia per le aziende, che eviteranno in tal modo di richiamare i prodotti con danni pesanti per i loro bilanci e soprattutto per la loro immagine.