Quasi la metà di tutte le foreste europee è di proprietà privata, si tratta di ecosistemi eterogenei, molto diversi tra loro, difficili da gestire anche perché le implicazioni sono sia ambientali sia economiche.
Negli ultimi anni sono state identificate diverse soluzioni innovative per la gestione forestale sostenibile, ma la loro adozione è limitata proprio per la grande varietà di scenari: diverse tipologie di foreste, diversi profili dei proprietari, diverse norme regionali. Per questo sono nati differenti Operational Group che sono impegnati a identificare e condividere le migliori pratiche e a promuoverle presso le piccole aziende agricole locali. L’obiettivo finale è contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi ambientali stabiliti dall’UE nel Green Deal.
Nella Montagna Pistoiese (Toscana), ad esempio, c’è Francesco Benesperi che guida l’Operational Group ForLEAVEs. “I piccoli proprietari dell’area – afferma – non hanno informazioni sufficienti sul mercato, la catena del valore e gli usi alternativi (ricreativi, ambientali, educativi). Non abbiamo neanche una rete di partner e stakeholder che potrebbero aiutarci a condividere informazioni sulla gestione forestale sulla base di obiettivi condivisi di sviluppo locale e sostenibilità “. Per questo il gruppo guidato da Benesperi creerà un inventario dei possibili usi dei terreni e del loro valore potenziale (€ / ha all’anno) e intende costituire una “Comunità della foresta” e una “Scuola forestale”.
Un altro Operational Group sloveno, invece sta sviluppando un sistema per la gestione informatizzata delle aziende forestali. Matevž Triplat che guida il gruppo sostiene che l’uso di tecnologie e una migliore comprensione degli attori nella catena del valore forestale consentirà di avere un sistema pratico utile per le attività quotidiane. Il sistema offrirà nuove opzioni digitali semplificate per la pianificazione e il monitoraggio, per collegare domanda e offerta e aumentare la trasparenza del mercato dei servizi forestali. Triplat sostiene che il nuovo sistema semplificherà la gestione amministrativa e consentirà di avere un’ampia gamma di dati sulle foreste e sulle nuove possibilità di gestione”.
L’Operational Group francese OG RAISON, invece, sta conducendo un progetto specifico sugli abeti Douglas in Normandia. “Il rinnovo delle piantagioni di abete di Douglas è una sfida, poiché diventeranno mature nei prossimi 30-40 anni”, afferma Jean-Baptiste Reboul. Adattando le pratiche all’evoluzione delle condizioni climatiche, riusciremo ad avere piante in grado di affrontare meglio i cambiamenti ambientali attesi e le relative minacce in termini di parassiti e malattie. Tra le possibili pratiche, la semina in fasi diverse sullo stesso supporto e il taglio procrastinato degli alberi per favorire la rigenerazione naturale. Reboul continua: “Creeremo una rete di referenze e attività dimostrative”.
Un’immagine della Valle del Sestaione Abetone (Ufficio Forestazione Adriano Sichi) .
il problema non è la “proprietà privata” in sé stessa, ma la proprietà privata di beni che hanno un forte impatto sull’intera collettività. Personalmente credo che gli Stati Europei dovrebbero operare una moral suasion su questo grande numero di proprietari per non fare la fine della foresta vergine del bacino delle Amazzoni…