Il domani del Food: sette startup già al lavoro con il supporto di esperti del settore

L’appello era stato lanciato nel maggio del 2018, poi è seguito un roadshow durato 4 mesi che ha toccato 12 nazioni e che ha destato un grandissimo interesse ovunque: si sono candidate oltre 300 startup provenienti da 41 Paesi. Le idee e le proposte innovative non potevano che riguardare le tendenze emergenti del mondo del Food: healthy lifestyle, agritech, qualità e tracciabilità, circular economy, nuovi modelli di delivery, nuove proteine e superfood, omnichannel.

Dopo una selezione quantomai impegnativa, lo scorso 25 gennaio la giuria ha dato il verdetto e ha ufficialmente nominato le 7 startup che seguiranno il percorso del FoodTech Accelerator. Il progetto è coordinato da Officine Innovazione di Deloitte in collaborazione con Amadori, Cereal Docks e Gruppo Finiper, ma vede il sostegno anche di altri protagonisti del mondo imprenditoriale: Innogest, Digital Magics, Italian Angels for Growth, Seeds&Chips e Federalimentare Giovani in qualità di supporting partner, e Campari Group.

Le sette startup seguiranno un programma della durata di 15 settimane in cui potranno consolidare il proprio modello di business affiancati da oltre 50 mentor specializzati su tematiche di innovazione. Avranno accesso a un investimento iniziale in equity di 150.000 € complessivi e si avvarranno di un supporto in termini di servizi e di consulenza pari a un controvalore pari a 350.000 €. Inoltre, i partner del progetto hanno già confermato la volontà di effettuare ulteriori investimenti  al termine del programma di accelerazione.

Le sette startup lavoreranno nel nuovo “FoodTech Hub”, uno spazio creato appositamente all’interno del Centro Commerciale “Piazza Portello” di Milano e messo a disposizione da Finiper. Il percorso di accelerazione si concluderà a maggio, in concomitanza con la quinta edizione di Seeds&Chips – The Global Food Innovation Summit, quando le startup esporranno i propri progetti davanti a una platea di investitori ed esperti del mondo FoodTech.

Queste le 7 startup selezionate.

ReOlì. Italiana, produce una crema a base di olio extravergine d’oliva da utilizzare al posto del burro o della margarina. Il prodotto è ottenuto attraverso un processo innovativo brevettato, che permette la solidificazione dell’olio. La startup ha l’obiettivo di espandersi sui mercati internazionali.

Wasteless. Israeliana, utilizza un algoritmo di intelligenza artificiale scalabile offrendo una soluzione di dynamic pricing per i supermercati, basata sulla data di scadenza dei prodotti grazie al monitoraggio real-time della merce venduta. L’obiettivo della startup è la creazione di un progetto-pilota in-store.

Planetarians. Statunitense e con l’ambizione di validare la tecnologia e studiare i processi di industrializzazione e di fattibilità, ha messo a punto il processo e la composizione di un nuovo prodotto: si tratta di una farina ricca di proteine e poco costosa ricavata dai semi di girasole già utilizzati per la produzione.

Petzamore. Italiana, produce e vende cibi pronti human grade per cani, utilizzando materie prime di qualità e bilanciando ingredienti e proprietà nutritive grazie a un algoritmo proprietario. Ha l’obiettivo di rinforzare la propria strategia di brand e go-to-market.

Inspecto. Israeliana, ha sviluppato uno scanner portatile per l’analisi della contaminazione nella materia prima vegetale da parte di eventuali sostanze nocive. I dati scansionati sono archiviati sul cloud e protetti da un sistema strutturato su un protocollo Blockchain. Inspecto mira a testare il prodotto sulle coltivazioni italiane.

FeatFood. Italiana, è un operatore integrato multichannel che produce, vende e distribuisce cibi salutari e bilanciati soprattutto per una dieta adeguata a una vita sportiva. È attualmente venduta online ed è distribuita su canali dedicati (centri fitness). Lo scopo della startup è di individuare nuovi canali di distribuzione.

Rise. Statunitense, produce una farina organica pensata per le preparazioni dell’industria dolciaria. Nutriente e poco costosa, questa farina viene prodotta riciclando le rimanenze di orzo dei birrifici. Con il programma di accelerazione, Rise vuole testare il proprio prodotto sul mercato europeo e rafforzare ulteriormente il modello di business.

Alessandra Apicella

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