I sensori e sistemi di controllo dell’irrigazione sono sempre più diffusi per il trattamento e la cura delle piante e non è un caso che oggi si parli di Internet of Farming.
Queste soluzioni si stanno diffondendo ovunque ma soprattutto ad Almería, in Spagna, dove l’acqua è una risorsa molto scarsa e costosa e gli agricoltori si stanno ingegnando e stanno collaborando con ricercatori ed esperti per far fronte alle difficoltà. Per questo in quella zona dell’Andalusia c’è una delle maggiori concentrazioni di serre nel mondo.
E arriviamo alla storia di Francisca Ferrer, una coltivatrice di pomodori, che ha scelto di partecipare a un progetto sperimentale e ha coinvolto in questa avventura anche la cooperativa ParqueNat tramite la quale commercializza i suoi prodotti.
Francisca e il suo compagno hanno una serra multiuso di 11.500 metri quadrati dove coltivano pomodori nel terreno. Raccoglie l’acqua piovana che cade sulla serra e la immagazzina in uno stagno per l’irrigazione, ma, poiché le precipitazioni sono rare, la crescita dei suoi pomodori dipende principalmente dall’acqua di due associazioni di irrigatori. Ricorrere a queste risorse ha un costo notevole, ma comporta anche problemi di gestione perché i livelli di salinità nell’acqua variano a seconda del fornitore (conducibilità elettrica di 15 e 0.4 milliSiemens / cm) e questo rappresenta una complicazione oggettiva per il trattamento delle piante.
Francisca ha partecipato al progetto HORTISYS, che viene sviluppato a livello nazionale con il contributo dei finanziamenti del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Al progetto partecipano esperti di serre e società tecnologiche specializzate in sistemi informatici e sensori per l’industria agroalimentare. L’obiettivo è testare e rendere disponibili una serie di tecnologie integrate per sfruttare al meglio i dati meteorologici e quelli provenienti dalle serre e per dare ai coltivatori anche informazioni di mercato in modo tale che possano allineare le loro attività in funzione delle richieste.
Per 2 anni, Francisca ha seguito i test che sono stati effettuati da ParqueNat presso la stazione sperimentale di Cajamar “Las Palmerillas” ma oggi queste nuove tecnologie sono al lavoro nella sua serra e in quelle di molti altri agricoltori.
Nella serra sono installati sensori ambientali che registrano la radiazione solare, l’umidità e la temperatura e nel terreno sono stati inseriti altri due tipi di sensori, uno che misura conduttività, umidità e temperatura e uno che misura la presenza di nitrati e potassio. Una centralina raccoglie i dati ogni 6 minuti, li invia ogni ora sul web e grazie a un apposito software questi dati diventano preziose informazioni. L’ insieme di queste tecnologie consente di tenere sotto controllo i dati meteorologici e di monitorare regolarmente lo stato del terreno e delle piante in modo da soddisfarne puntualmente le esigenze, evitando sprechi di acqua e calibrando correttamente le sostanze nutritive.
Nel corso del progetto si stanno anche testando nuovi fertilizzanti che facilitano l’assorbimento dei nutrienti.
Per Francisca i risultati sono eccezionali: poter curare le piante con precisione consente di dar loro realmente quello di cui hanno bisogno, vengono impiegate solo le risorse necessarie, con notevoli risparmi, la produzione è notevolmente migliorata e il nuovo modo di coltivare contribuisce a ristabilire l’equilibrio dell’ambiente, un fattore vitale, per troppo tempo ignorato.