Cosa sappiamo del riciclo del legno nel nostro Paese? Sicuramente poco. Eppure esiste una vera filiera basata sul recupero e il riciclo del legno post consumo, che in Italia ha il suo baricentro nel Consorzio Rilegno. Un sistema basato su 400 piattaforme di raccolta private, capillarmente diffuse sul territorio, 14 impianti di riciclo, 4.400 comuni convenzionati. Ogni anno recupera e avvia al riciclo circa 2 milioni di tonnellate di legno derivanti dagli imballaggi – pallet, cassette per l’ortofrutta, casse, gabbie, bobine per cavi – e dalla raccolta differenziata urbana.
E su questo sistema articolato lo scorso 26 febbraio è stata presentata la ricerca realizzata dal Politecnico di Milano “Il sistema circolare della filiera legno per una nuova economia”, che ha analizzato puntualmente i diversi attori coinvolti e i relativi processi.
Ecco alcuni dati emersi.
Diversamente da quanto accade in altri Paesi, dove il legno post consumo viene prevalentemente “bruciato” per produrre energia, il sistema Rilegno ha consentito di rigenerare e quindi riutilizzare quasi il 30% degli imballaggi recuperati e di riciclare la parte restante, consentendo di produrre pannelli per l’arredo senza bisogno di “consumare” legno vergine. In termini ambientali, ciò ha consentito un “risparmio” nel consumo di CO2 pari a quasi un milione di tonnellate, circa il 2% della CO2 complessivamente prodotta in Italia.
Ma il circolo virtuoso del riciclo del legno coincide anche con un nuovo business che crea sviluppo e occupazione. I fattori principali sono tre: l’effetto diretto delle imprese che operano all’interno della filiera del riciclo del legno post consumo; l’effetto indiretto, dovuto alla produzione richiesta alla catena di fornitura di queste imprese; l’effetto indotto, dovuto ai consumi generati dal volume salariale prodotto. Complessivamente, l’impatto economico sulla produzione nazionale delle attività della filiera del recupero del legno post consumo è stimabile in circa 1,4 miliardi di euro, con quasi 6.000 posti di lavoro.
In sintesi, in poco più di 20 anni il sistema del recupero e del riciclo del legno ha creato una “nuova” economia e, come ha commentato il Presidente di Rilegno, Nicola Semeraro, “oggi abbiamo trasformato un problema in una risorsa: in Italia recuperiamo oltre il 60% degli imballaggi di legno, quando l’Europa si “accontenta” del 30%. Abbiamo dato al concetto di economia circolare una effettiva applicazione concreta con soluzioni meno invasive nei confronti dell’ambiente e anche economicamente sostenibili”.
Ma gli impegni sul fronte della sostenibilità continuano. Le aziende hanno già intrapreso due diversi percorsi di sviluppo. Il primo sul design e sulla progettazione, scommettendo su prodotti sempre più eco-compatibili, utilizzando e ricercando materiali riciclati, riciclabili e con il minore impatto ambientale possibile. Il secondo riguarda le aziende e le loro fasi produttive: molte aziende sono già eco-sostenibili all’interno della catena di produzione, utilizzano l’energia rinnovabile e smaltiscono i rifiuti in modo che possano essere recuperati.
“La filiera italiana del LegnoArredo è la migliore al mondo per percentuali di riciclo – ha commentato Emanuele Orsini presidente FederlegnoArredo –. Oltre il 95% del legno raccolto viene riciclato all’interno della filiera: i pannelli sono costituiti quasi totalmente da legno recuperato, particolarità che rende la filiera italiana unica al mondo. E prima ancora del riciclo, la versatilità del legno lo rende adatto anche al riutilizzo. Parlare di economia circolare per il settore significa anche guardare ai tanti materiali innovativi, e riciclati: la forte spinta verso una circolarità dell’economia e il costante investimento in termini di Ricerca e Sviluppo stanno aprendo nuove frontiere che consentono di pensare, e ripensare, i prodotti in maniera diversa, fin dalla loro progettazione.
“In questo scenario – ha continuato Orsini – la capacità delle piccole e medie imprese italiane di produrre e far fruttare soluzioni innovative è un driver importantissimo per la costruzione di un modello di sviluppo competitivo. Per sostenere davvero il passaggio verso un modello economico pienamente circolare, occorrono però interventi importanti sulla fiscalità che incentivino realmente le imprese verso la transizione. Come Federazione continueremo a portare avanti un dialogo costruttivo con le istituzioni affinché si creino le basi per rendere il nostro settore sempre più green.”
E in questa evoluzione una tappa importante è l’accordo tra FederlegnoArredo e Rilegno per agevolare il ritiro e il riciclo degli arredi da dismettere nella pubblica amministrazione. Le aziende associate a FederlegnoArredo avranno infatti la possibilità di affidare questo compito a Rilegno che attraverso una società controllata e iscritta all’Albo gestori ambientali provvederà a ritirare e avviare al riciclo tutto questo materiale tramite il network di piattaforme che aderiscono al Consorzio.