Ci sono eventi drammatici che mettono in luce i nervi fragili e scoperti del nostro pianeta e che minacciano concretamente il nostro domani e quando si verificano la reazione è immediata, ci si rivolge alla Ricerca, generalmente ignorata. Si pretendono risposte e soluzioni.
In questi giorni la crisi del grano sta sollevando questioni fino ad oggi trascurate o sottovalutate e si è tornati a parlare di agricoltura e della sua sostenibilità. I riflettori sono stati puntati su un progetto di ricerca che apre prospettive molto interessanti per gli agricoltori. Si chiama “NewGrain” ed è coordinato da Agata Gadaleta, professore associato di genetica agraria all’Università di Bari Aldo Moro. È stato sviluppato dal Dipartimento di Scienze Agro Ambientali e Territoriali (DISAAT) dell’ateneo pugliese negli agriturismi Murà, Masseria Revinaldi e Tenuta Civitelluzza, in collaborazione con Coldiretti Bari e Terranostra Puglia, associazione agrituristica e ambientale.
“L’obiettivo è riuscire a valorizzare le produzioni delle aree marginali della Puglia sfruttando varietà di frumento duro adatte a produrre il Freekeh”, afferma Agata. “Si tratta di un grano che viene raccolto prima della maturità e che dopo essere stato bruciato ed essiccato al sole produce una semola molto versatile ideale per molteplici preparazioni e soprattutto di grande qualità. È naturalmente ricca di composti bioattivi, ha un basso indice glicemico e, per le sue caratteristiche peculiari, è ideale per i soggetti allergici o ipersensibili al glutine. Oggi gli agricoltori della Murgia stanno testando questa coltivazione ma è evidente che ogni ambiente ha le sue caratteristiche e per ogni ambiente si possono e si devono individuare le varietà più adeguate, con l’obiettivo di ridurre gli input e aumentare la produttività.
“La genetica e il breeding sono la via maestra per vincere questa sfida, è una strategia e un impegno condivisi con la stessa passione da tutti noi ricercatori: stiamo lavorando per riuscire ad avere colture più resistenti alle malattie e ai cambiamenti climatici, per ridurre l’uso dei pesticidi, per definire pratiche sostenibili. L’obiettivo finale? Poter nutrire in modo sano tutta la popolazione, in aumento, del nostro pianeta. È evidente, la Ricerca ha bisogno dei suoi tempi, richiede analisi rigorose, una serie di verifiche in laboratorio e in campo ma oggi abbiamo la possibilità di utilizzare tante tecnologie avanzate come le TEA, tecniche di evoluzione assistita, che permettono di accelerare i tempi e abbiamo già raggiunto risultati molto importanti.”
Agata è ben nota nella comunità scientifica internazionale che si occupa di frumento. Ha stretti rapporti di collaborazione con i colleghi dei centri di Ricerca italiani, come il Crea, l’Università della Tuscia e l’Università di Bologna, ma anche con gli esperti oltre oceano del prestigioso Cimmyt, International Maize and Wheat Improvent Center e con l’ Institute for Food and Agricultural Research and Technology (IRTA), Spagna. Coordina anche l’importante progetto internazionale CerealMed, che è arrivato al suo secondo anno di vita ed è in una fase avanzata di sperimentazione.
“L’agricoltura deve tornare a puntare sulla biodiversità, sia in termini di diversità genetica delle colture sia a livello di pratiche di gestione, solo così potrà esprimere il suo potenziale e portare benefici all’intero ecosistema. Il team composito del progetto CerealMed è impegnato a sviluppare e condividere nuove conoscenze e nuove pratiche per aumentare la biodiversità, la sostenibilità e la resilienza nella produzione di frumento e legumi nell’area del Mediterraneo. Per questo abbiamo messo a punto nuove varietà ma anche nuove tecniche per preservare la fertilità del suolo. La selezione del germoplasma di frumento, lenticchie e ceci è stata effettuata in base alla capacità di adattamento al contesto climatico, alla resilienza agli stress abiotici, all’elevata qualità nutrizionale, all’appetibilità del mercato e alla resistenza agli stress biotici. Lo sviluppo del “nuovo germoplasma” viene effettuata tramite incroci inter-generici e interspecifici e alla fine forniremo agli agricoltori e alle aziende tutte le informazioni necessarie per gestire in modo adeguato e sostenibile il campo e le colture, in base al germoplasma selezionato.
“Ai miei studenti faccio sempre l’esempio dei farmaci, possono essere prodotti eccezionali ma ogni farmaco ha una sua funzione e deve essere somministrato in base alle esigenze e alle caratteristiche specifiche di ogni persona. È lo stesso per le varietà produttive…L’altra cosa che ripeto provocatoriamente ai miei studenti è che in fondo noi ricercatori continuiamo ad osservare la Natura e proviamo nel nostro piccolo ad emularla nel tentativo di raggiungere i fantastici risultati che solo lei riesce a produrre…