Nel corso della prima edizione del World Rising Nutritionists 2019, che si è tenuta a Lisbona, la divisione Animal Nutrition di Dupont ha invitato un gruppo di ricercatori ed esperti di alimentazione animale per confrontarsi sulle sfide del settore avicolo. Negli ultimi 50 anni, infatti, la carne di pollo ha continuato a conquistare fasce sempre più ampie di consumatori e, grazie anche a miglioramenti genetici e al know how zootecnico, la produzione di pollame è aumentata di 10 volte. Le previsioni confermano un trend in crescita.
Ma anche per questo settore i temi cruciali da affrontare sono quelli ben noti: l’impatto ambientale della produzione, con il ruolo della soia in primo piano, e la resistenza agli antibiotici.
Come arrivare a conciliare qualità della carne, benessere animale e sostenibilità?
Per affrontare questa sfida, la parola chiave torna ad essere microbioma. Le nuove conoscenze sul microbioma intestinale danno indicazioni importanti, anche grazie a nuove tecnologie avanzate che permettono di analizzare il sequenziamento del DNA, i livelli di RNA e il comportamento delle proteine.
Queste tecnologie, chiamate “omiche”, permettono di raccogliere una grande quantità di dati sulle interazioni ospite-microbiota, consentendo di individuare i batteri benefici che influenzano le prestazioni e la resistenza alle malattie. I dati estratti da queste analisi danno dunque la possibilità di mappare percorsi microbici e i metaboliti in relazione alla salute dell’animale e questo può permettere di creare additivi per i mangimi in grado di contribuire al benessere degli uccelli e di conseguenza alla qualità della loro carne. Un percorso che Dupont ha già intrapreso e che ha sintetizzato nella sua strategia “Nutribios”. La società infatti sta già utilizzando queste tecnologie per creare probiotici mirati che migliorino la nutrizione, il microbioma e salute intestinale.