Il benessere animale è un tema che sta sempre più a cuore dei consumatori, anche perché c’è sempre più consapevolezza che dalla salute e dalla qualità della vita degli animali dipende anche la qualità del cibo che noi mangiamo e la nostra salute. Le battaglie in corso sono tante. Uno dei fronti aperto è quello contro gli allevamenti di polli in batteria. L’Unione Europea è scesa in campo vietando nel 2012 le gabbie di batterie convenzionali per galline ovaiole, ma l’industria spesso ha dribblato e ha ovviato al problema sostituendo le gabbie con altri tipi di gabbia, le cosiddette gabbie”arricchite”, i cui benefici per gli ospiti risultano abbastanza controversi.
Le uova provenienti da allevamenti in gabbia rappresentano ancora oggi più della metà della produzione dell’UE (il 53% del totale, che equivale a circa 210,5 milioni di galline), ma i consumatori sono sempre più attenti e le uova in gabbia stanno diventando sempre più impopolari.
Grazie a campagne internazionali di successo, i principali rivenditori e le aziende alimentari globali hanno già annunciato che elimineranno gradualmente le uova ottenute in gabbia dalle loro catene di approvvigionamento entro il 2025. Nel frattempo però alcuni stati membri e regioni dell’UE (Austria, Germania, Vallonia e Paesi Bassi) stanno già attivandosi per vietare l’uso delle gabbie per la produzione di uova a livello nazionale.
Per accelerare questa transizione e sensibilizzare politici e produttori l’11 dicembre l’organizzazione Eurogroup for Animals ha presentato un documento basato su dati scientifici che suggerisce buone pratiche di benessere degli animali nei sistemi di produzione di uova prive di gabbie.
Il testo sottolinea l’importanza di dare agli animali uno spazio vitale affinché riescano a muoversi liberamente in una serie di ambienti, comprese piste all’aperto o verande coperte, uno spazio che stimoli comportamenti e interazioni naturali, presupposti indispensabili per prevenire lesioni e malattie.