Biodiversità e uccelli, l’allarme degli scienziati del Max Planck Institute

Nel 2018, su quasi 97.000 specie animali e vegetali presenti nella Lista Rossa dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature) 27.000 specie erano a rischio di estinzione. È stato anche calcolato che negli ultimi cento anni il volume delle specie di uccelli scomparso è stato pari a quello registrato nei precedenti 3000 anni.

Ma c’è un altro aspetto allarmante: gli organismi viventi sono sempre meno numerosi e questo comporta una drammatica riduzione della cosiddetta biodiversità genetica.

Oggi sulla Terra vive il 60 per cento in meno di vertebrati rispetto al 1970 e nell’America centrale e meridionale la percentuale sale quasi al 90 per cento; il numero di insetti volanti in Germania è diminuito di almeno il 75% dal 1989; la biomassa degli insetti in un’area della foresta pluviale di Porto Rico è diminuita tra le dieci e le sessanta volte dal 1976 al 2012 e la quantità di uccelli che si cibano di insetti, lucertole e rane è diminuita parallelamente.

Gli scienziati tentano di calcolare il valore dei relativi “servizi ecosistemici” per evidenziare il costo che comporta ogni perdita di biodiversità e due dati sono particolarmente eloquenti: gli insetti impollinano i tre quarti di tutte le piante coltivate e rendono così un servizio all’economia mondiale che equivale a un trilione di dollari l’anno e il solo lavoro di sgombero effettuato dagli scarabei stercorari fa risparmiare agli agricoltori americani 380 miliardi di dollari l’anno.

In Germania da 50 anni ornitologi e organizzazioni scientifiche monitorano le condizioni degli uccelli e ora il Max Planck Institute rende noti i dati relativi alla nuova Lista Rossa degli uccelli da riproduzione e lancia un allarme. La lista è relativa al periodo 2011 – 2016.

Ecco alcune evidenze. Più della metà delle 259 specie di uccelli che si riproducono permanentemente sono in pericolo. Finora quattordici specie si sono estinte e probabilmente altre 6 risulteranno tali nella prossima Lista Rossa. Un fenomeno in crescita e in accelerazione senza precedenti. Gli uccelli del paesaggio agricolo, gli insettivori e gli uccelli migratori sono i più minacciati.

Sono invece in aumento gli uccelli che vivono nei boschi o nei centri abitati e le condizioni di cicogne bianche, aquile dalla coda bianca e gru mostrano che le misure di conservazione hanno un ruolo decisivo e possono arrestarne il declino.

Lo svasso della Slavonia, il piviere dorato, il piovanello, l’averla piccola sono spariti e le ultime coppie nidificanti sono state avvistate in Germania tra il 2009 e il 2014. Nella prossima Lista Rossa degli uccelli nidificanti, queste specie saranno indicate come estinte oltre alle 14 specie già estinte o scomparse.

Nel periodo preso in considerazione dalla nuova Lista Rossa, 33 specie di uccelli in Germania sono minacciate di estinzione e le popolazioni continuano a diminuire. Il 43%, quasi la metà delle specie che si riproducono regolarmente in Germania, è in pericolo. Un altro 8% è ancora presente ma il numero di esemplari sta diminuendo drasticamente. “La nuova Lista Rossa mostra che l’estinzione delle specie in Germania continua senza sosta. Ha persino accelerato negli ultimi anni”, ha affermato Hans-Günther Bauer dell’Istituto Max Planck For Animal Behavior di Radolfzell, uno degli autori dell’attuale Lista rossa.

Gli scienziati hanno anche sottolineato come la quantità di individui presenti in generale si stia notevolmente riducendo, come nel caso di storni o passeri domestici, anche se le specie in quanto tali non sono ancora a rischio. Uno studio specifico condotto nella regione del Lago di Costanza ha rilevato che l’area ha perso 120.000 coppie riproduttive negli ultimi 30 anni, una perdita che in tutta la Germania potrebbe ammontare a diversi milioni di individui.

Anche le specie del paesaggio agrario sono particolarmente minacciate: l’83 per cento di queste specie mostra un calo demografico così elevato da essere indicato “in pericolo”. Il 40 – 50 per cento delle specie insettivore è in declino. Gli uccelli migratori sono quelli più a rischio con oltre il 50% delle specie “in pericolo”.

Le cause del forte declino delle specie che vivono nei campi, degli insettivori e degli uccelli migratori possono essere collegate all’uso intensivo del suolo, in particolare all’agricoltura, e all’uso eccessivo di pesticidi, nonché ai pericoli e alla perdita di habitat sulle rotte migratorie. Per molte specie, tuttavia, le ragioni sono complesse e talvolta poco conosciute, anche se il sistema di monitoraggio Icarus sta permettendo di osservare e conoscere da vicino il comportamento di molti animali, compresi gli uccelli, e di individuarne le singole specifiche minacce.

In conclusione, gli autori della Lista Rossa chiedono di continuare a indagare sulle cause di questo declino e sollecitano la messa a punto di un vero e proprio programma nazionale che definisca e intraprenda azioni efficaci per la conservazione degli uccelli.

Alessandra Apicella

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