In tutto il mondo, ogni anno, miliardi di uccelli migrano. Cercano posti in cui poter svernare, riprodursi, trovare il cibo necessario anche per far crescere la loro prole. Ma quando hanno iniziato a farlo e i cambiamenti climatici come hanno influenzato il loro comportamento? E ora cosa sta succedendo?
Per rispondere a queste domande i ricercatori del Max Planck – Yale Center for Biodiversity Movement e Global Change – hanno sviluppato un sistema in grado di simulare l’evoluzione della migrazione degli uccelli negli ultimi 50.000 anni, anche se in quel lungo periodo il clima è cambiato radicalmente.
L’attuale periodo caldo è stato preceduto da un’era glaciale durata decine di migliaia di anni, i ghiacciai coprivano vaste regioni della terra. L’opinione diffusa e condivisa della comunità scientifica era che gli uccelli vivevano come specie residenti e che hanno iniziato a migrare quando le temperature si sono alzate. Ma le simulazioni effettuate dai ricercatori del Max Planck indicano invece che le migrazioni si verificavano anche nell’ultima era glaciale.
Il modello creato calcola la distribuzione globale dei fattori ambientali che sono determinanti per la sopravvivenza degli uccelli e si basa su un’analisi costi-benefici in cui il dispendio energetico durante la migrazione non deve superare il guadagno energetico al momento dell’arrivo a destinazione. Ciò consente di ricostruire le migrazioni degli uccelli, anche in periodi molto lontani.
Per testare l’affidabilità di questo modello, i ricercatori hanno inserito i dati climatici e ambientali contemporanei e l’attuale distribuzione di tutte le specie di uccelli conosciute. Hanno quindi inserito i dati climatici degli ultimi 50.000 anni e in base a questi è stata ricostruita la flora, e dunque le potenziali fonti di cibo, nelle varie epoche. Da queste analisi è emerso che gli uccelli sostavano più vicino all’equatore nei periodi più freddi e che era invece ridotto il numero di specie di uccelli che vivevano a nord, in particolare a nord del 50 parallelo, ma le simulazioni indicano sorprendentemente che gli uccelli migravano anche nell’ultima era glaciale.
Secondo il modello, il modo in cui gli uccelli migratori reagiscono ai cambiamenti climatici varia da regione a regione. In Europa, Asia e Africa, ad esempio, nell’ultima era glaciale c’era un numero di specie di uccelli migratori analogo a quello attualmente presente, mentre le distanze di volo risultano variate nel tempo, anche se nella media sono rimaste costanti. In quel periodo le masse terrestri nel Nord e nel Sud America erano distribuite in modo diverso ed è per questo che risultava una percentuale ridotta di specie di uccelli migratori (meno 20 per cento).
Questa ricostruzione conferma che la migrazione degli uccelli è continuata anche durante i principali cambiamenti climatici. “Gli animali hanno una “voglia di viaggiare” profondamente radicata: non appena trovano condizioni migliori per la riproduzione o la sopravvivenza migreranno” ha affermato Martin Wikelski del Max Planck Institute of Animal Behavior.
E ora? Non si sa ancora come il riscaldamento globale indotto dalle attività umane stia influenzando la migrazione degli uccelli, si sa però che i ritmi di questo cambiamento climatico sono molto più rapidi rispetto a quelli precedenti e che le condizioni di vita degli uccelli stanno notevolmente peggiorando, perché si stanno perdendo habitat e fonti alimentari.
“Circa un miliardo di uccelli migratori muore in rotta tra l’Europa e l’Africa ogni anno”, afferma Wikelski, “e non sappiamo esattamente dove o perché”.
Ora questo nuovo sistema potrà aiutare a prevedere gli effetti del riscaldamento globale sulla migrazione degli uccelli ma per conoscere con maggior precisione le cause e le dinamiche delle evoluzioni possibili Wikelski collaborerà con il progetto internazionale Icarus, International Cooperation for Animal Research Using Space.
Icarus è un sistema che permette di monitorare i comportamenti degli animali grazie all’impiego di satelliti e di minuscoli trasmettitori che sono posizionati sulla loro schiena. Questo progetto consentirà di individuare i fattori principali che minacciano la sopravvivenza degli uccelli migratori e indicherà le località in cui gli animali riescono a trovare un habitat ideale per la loro sopravvivenza.