“Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli” scriveva Vittorio Alfieri e in fondo questa potrebbe essere una sintesi perfetta della vita professionale di Eufrasia. Un nome inconsueto – è quello di una pianta – che i suoi genitori hanno scelto per la sua originalità senza sapere che sarebbe stato una specie di pronostico.
Eufrasia Zazzarino nasce e vive nel pieno centro di Napoli dove, con le idee poco chiare, frequenta l’istituto tecnico agrario Itas e poi si iscrive a Ingegneria, indirizzo Chimica. Nell’arco dei primi mesi di frequentazione della facoltà le idee sul suo domani lavorativo prendono forma. Gli sbocchi professionali di quegli studi l’avrebbero portata dietro qualche scrivania e non era quello che voleva fare da grande. Così Eufrasia decide di passare ad Agraria e si laurea con una tesi sui “Modelli matematici sull’assorbimento delle colture fuori suolo”.
“In quegli anni le donne erano davvero poche e venivano guardate come mosche bianche, la loro presenza suscitava curiosità, perplessità, ma anche diffidenza e sospetto. E comunque il mestiere di agronomo era per copione maschile. Se, purtroppo, in generale da una donna ci si aspetta sempre il doppio della competenza e dell’impegno, in questo campo il percorso è ancora più ad ostacoli. Era una sfida ma quel lavoro mi appassionava e alla fine sono stata aiutata dalla fortuna. Credo fermamente nella famosa frase Audaces fortuna iuvat ed è quello che consiglio a tutti i giovani che hanno un sogno e vogliono realizzarlo.”
Raggiunto il primo traguardo però, la laurea, tutto era da inventare. Eufrasia crede fermamente che aver studiato e continuare a rimanere aggiornati non basta per un vero agronomo, il più grande maestro rimane il campo. Così bussa alle porte di alcune aziende agricole campane e dopo molti sorrisi ironici e “no grazie” finalmente riesce ad avere un primo lavoro come tecnico. “Facevo ogni giorno molti chilometri per raggiungere i campi e mi davano una specie di rimborso spese di poche centinaia di euro con cui ho acquistato degli strumenti per fare meglio il mio lavoro ma quell’esperienza è stata una palestra di vita decisiva, mi ha insegnato a conoscere da vicino i problemi quotidiani di un’azienda e ho imparato a rubare i segreti di tanti agricoltori, spesso gelosi custodi delle loro conoscenze.”
Il benessere e la cura delle piante sono sempre stati al centro degli studi e delle diverse esperienze lavorative di Eufrasia che nel tempo si è appassionata sempre più all’idroponica, la coltivazione fuori suolo. Lo considera un modello realmente sostenibile per la produzione di tante specie: risorse idriche ridotte, ambienti protetti e controllati che consentono di coltivare tutto l’anno senza le implicazioni degli impatti climatici e con rischi limitati sul fronte delle patologie. Ma oltre a continuare a studiare le applicazioni più avanzate di questo modello di agricoltura anche questa volta vuole toccare con mano e va in Australia dove fa uno stage di alcuni mesi in un vivaio orticolo. Qui ha modo di fare esperienze diverse – in campo, colture protette in suolo e fuori suolo, vivaismo – ed è sempre più consapevole che l’idroponica sarà la sua missione.
Cosa farà da grande? Tra una serie di esperienza lavorativa e un’altra serie di ricerche di opportunità stimolanti, Eufrasia risponde a un annuncio dell’azienda ticinese Orticola Bassi. Le sue competenze, il suo rigore e la sua determinazione garbata conquistano e dopo alcuni anni in un ruolo tecnico ora Eufrasia Zazzarino è responsabile dell’intera produzione di uno dei siti Hi-Tech dell’azienda dove si coltivano pomodori, fragole e cetrioli in idroponica.
“È un lavoro che mi appassiona, anche se va detto, non si stacca mai: le piante non conoscono orari, né sabati e domeniche. A chi mi chiede se ho ancora sogni nel cassetto dico sempre: sì. Ad esempio, vorrei riuscire a creare un network pratico e operativo per le giovani donne tecniche di campo che vogliono inserirsi in questo mondo. Il panorama per fortuna sta cambiando velocemente ma c’è ancora tanto da fare e sono tante le ragazze preparate che meriterebbero un percorso semplificato per realizzare il loro sogno: fare l’agronoma, sostantivo femminile!”
A proposito, nel periodo del Covid, Eufrasia ha seguito corsi organizzati da due università americane sulle patologie vegetali e ha ottenuto due prestigiose certificazioni…