Forse ogni tanto serve ribattezzare i concetti per risvegliare l’attenzione sui problemi, soprattutto quando sono diventati ancora più seri e urgenti, e oggi si parla di economia circolare. I nostri nonni con il loro sano senso pratico dicevano: “non si butta via niente”.
Tempo fa ho letto la storia di TedDuijvestijn, una storia nata molto prima del debutto del termine “economia circolare” Duijvestijn è un coltivatore di pomodori olandese a Pijnacker (Oostland), che a partire dal 2012 ha deciso di utilizzare al meglio i suoi rifiuti e aumentare l’efficienza nell’uso delle risorse. Collaborando con diversi coltivatori, esperti del settore, ricercatori e studenti delle università, Duijvestijn si è impegnato e continua a impegnarsi per realizzare un sistema di orticoltura circolare.
L’uso dell’acqua è sicuramente un tema centrale e Duijvestijn punta al suo riutilizzo al 100%. L’approvvigionamento idrico principale è l’acqua piovana raccolta dai tetti delle serre. L’acqua piovana in eccesso durante l’inverno viene immagazzinata in un serbatoio per poi essere usata d’estate.
L’altra area su cui ha scelto di puntare è quella dei “rifiuti verdi“, come i gambi e le foglie residuali delle piante o i frutti che per difetti o caratteristiche estetiche non possono essere commercializzate. Questi vengono utilizzati sia come combustibile sia come concime per i terreni. Ma Duijvestijn sta anche sperimentando nuove soluzioni di packaging prodotte con la lavorazione delle foglie dei suoi pomodori e sta realizzando scatole ricavate dai gambi delle sue piante.
Ma la storia non finisce qui. Duijvestijn ha anche sviluppato una asciugatrice sostenibile. Quando il raccolto è in eccesso e quando le sue macchine producono calore in eccesso, i pomodori vengono essiccati e commercializzati. Ha creato una nuova proposta di mercato, utile anche per la preparazione di salse e “tapenades”.
E poi c’è anche un progetto di energia geotermica. Nel 2012 Duijvestijn ha scavato un pozzo di 2300 metri di profondità, che consente di usufruire di acqua calda, utilizzandone il calore; una volta raffreddata, l’acqua viene reintrodotta nel terreno. Un progetto realizzato in collaborazione con geologi e studenti dell’Università di Delft. Ora, con questa soluzione Duijvestijn Tomaten riscalda 19,5 ettari di serre e con l’energia geotermica in eccesso si propone di rifornire anche le aree vicine alla sua tenuta.
Be’ che dire? Duijvestijn è stato un vero pioniere dell’economia circolare. Ma se da una coltivazione di pomodori possono nascere tutte queste opportunità quante altre bellissime cose potrebbero nascere da un miglior utilizzo delle risorse del nostro Pianeta? E impariamo da lui, chiediamo aiuto a chi può darci una mano esperta per tradurre le nostre idee in risultati concreti e importanti. E chi meglio delle Università, serbatoio di talenti, di idee e di innovazioni?