L’abbiamo letto giorni fa, i dati rilevati dalla piattaforma Global Forest Watch sono negativi: nel 2018 sono spariti 12 milioni di ettari di foresta tropicale, di cui circa un quarto in Brasile. Un fenomeno quello della deforestazione che sta mobilitando l’attenzione di tutti e che da tempo ha portato molti grandi gruppi a investire all’insegna dei valori della sostenibilità, con monitoraggi e misurazioni regolari e piani d’azione mirati.
E a questo proposito, il 30 aprile Nestlé ha comunicato ufficialmente che il 77% delle sue materie prime agricole è coltivato in terre che non sono state deforestate, un risultato importante per un obiettivo ancora più importante: arrivare al traguardo zero-disboscamento.
L’impegno di Nestlè parte da lontano, dal 2010, anno in cui ha iniziato a impegnarsi per garantire che entro il 2020 nessuno dei suoi prodotti a livello mondiale sarà legato alla deforestazione.
In questo percorso l’azienda ha collaborato con partner come Airbus e Earthworm Foundation e con i suoi fornitori e utilizza un insieme di strumenti, che consentono di mappare e certificare la supply chain e i relativi territori grazie a immagini satellitari raccolte ed elaborate dal sistema Starling,
Oggi Nestlé utilizza il sistema per monitorare l’intera catena di approvvigionamento dell’olio di palma e a breve prevede di estenderlo a quella della soia.
Starling trasforma i terabyte delle immagini satellitari in informazioni che aiutano a individuare il luogo preciso in cui si verifica la deforestazione, le cause e chi è coinvolto, e permette di intervenire in modo tempestivo e puntuale.
E visto che la trasparenza è essenziale per garantire catene di approvvigionamento sostenibili, Nestlé ha anche pubblicato un Transparency Dashboard che utilizza i dati di Starling per fornire informazioni sulle tendenze di deforestazione osservate presso i mulini da cui si approvvigiona. Una comunicazione importante per il mercato, consumatori e investitori.
Secondo Supply Change in tutto il mondo sono 366 i gruppi impegnati a eliminare la deforestazione dalle loro catene di approvvigionamento e al loro fianco collaborano organizzazioni come Tropical Forest Alliance 2020, Consumer Goods Forum e Banking Environmental Initiative.
Ma tradurre l’impegno in risultati concreti non è un lavoro semplice né veloce da realizzare.
Secondo Global Forest Watch circa il 70% della deforestazione mondiale si verifica ancora in seguito alla produzione di olio di palma, soia, carne bovina, cacao e altri prodotti agricoli. Queste sono catene di approvvigionamento complesse. Un’azienda globale come Cargill, ad esempio, recupera materie prime come palme, soia e cacao da quasi 2000 mulini e silos, contando su centinaia di migliaia di agricoltori. Inoltre, molti prodotti sono scambiati sui mercati “a pronti”, quindi le catene di approvvigionamento possono cambiare su base giornaliera. Tutta questa complessità è difficile da tracciare come è difficile monitorare i singoli fornitori e sradicare i cattivi attori dalle catene di approvvigionamento.
Tuttavia, con le nuove tecnologie la deforestazione è curata a vista e le catene di approvvigionamento delle aziende sono sotto i riflettori.
Global Forest Watch (GFW) ad esempio, che è una piattaforma aperta e un’iniziativa del World Resources Institute, utilizza satelliti e algoritmi per tenere sotto controllo la sparizione degli alberi quasi in tempo reale. E oggi grazie a semplici app ogni individuo con un telefono cellulare e una connessione Internet può accedere ai dati e fare le verifiche del caso su qualsiasi piccola area di bosco, in tutto il mondo.
GFW sta già lavorando con compagnie come Mars, Unilever, Cargill e Mondelēz per valutare i rischi di deforestazione in un’area di terreno delle dimensioni del Messico.
Altre società stanno utilizzando tecnologie avanzate per tracciare e ridurre la deforestazione. Walmart, Carrefour e McDonalds hanno lavorato insieme ai loro principali fornitori di carne bovina per mappare le foreste intorno alle fattorie dell’Amazzonia, identificare i rischi e monitorare i cambiamenti. Banco do Brasil e Rabobank stanno mappando le posizioni dei loro clienti con un’applicazione mobile per soddisfare i requisiti legali locali e verificare gli impegni delle aziende. E Trase, uno strumento web, consente di far vedere le aree di approvvigionamento di soia delle aziende analizzando enormi quantità di set di dati disponibili e mettendo in luce i rischi di deforestazione in quelle catene di approvvigionamento.
Ma per arginare in modo importante il fenomeno della deforestazione, secondo Global Forest Watch bisogna semplificare l’utilizzo di queste tecnologie, renderle applicabili a livello globale e pienamente accessibile a tutti, anche i più piccoli attori della catena, facendo tesoro delle esperienze già realizzate. Bisogna anche tenere conto della complessità e del dinamismo dei mercati delle materie prime agricole. In altre parole, le aziende devono affrontare il problema integrandolo nella loro strategia aziendale, monitorando coerentemente la deforestazione come monitorano i mercati azionari.
Per questo World Resources Institute e un insieme di importanti partner eterogenei – imprese, istituzioni finanziarie e ONG – stanno costruendo una piattaforma di supporto alle decisioni per il monitoraggio e la gestione delle performance di sostenibilità legate alla terra, con un focus sugli impegni di deforestazione . Tra i primi partner che hanno aderito al progetto ci sono Bunge, Cargill, Walmart, Carrefour, Mars, Mondelēz, Inter-American Investment Corporation, Nature Conservancy, Rainforest Alliance.
Utilizzando la piattaforma, un’azienda sarà in grado di tracciare la posizione di migliaia di mulini, fattorie o comuni, accedere agli avvisi e ai cruscotti per tenere traccia di problemi che si verificano in quelle aree e agire in tempo reale. Ma anche una banca sarà in grado di mappare l’evoluzione del rischio di deforestazione in tutto il suo portafoglio di clienti, informazioni sempre più richieste dal mercato.
Con il semplice clic, chi dovrà prendere delle decisioni sarà in grado di dare priorità a determinate aree geografiche per combattere la deforestazione dove è più necessario, ad esempio certificando operazioni sostenibili, collaborando con le comunità locali o acquistando da produttori che provengono da aree che utilizzano pratiche sostenibili.
Questa iniziativa avrà una missione più ampia rispetto alle altre già intraprese: non sarà solo una ricca fonte di informazioni, ma un completo sistema di gestione che parlerà a tutti: dagli utenti al CEO di una banca, a una cooperativa di agricoltori.