Per ogni figlio il proprio padre è speciale e quando si cresce spesso si arriva a comprendere che oltre al DNA forse si sono acquisiti anche tratti caratteriali, nel bene e nel male.
Ma per Elda e i suoi tre fratelli, Livio è stato un padre molto speciale. Quando negli anni Cinquanta le colline del Friuli si stavano svuotando e le aziende agricole chiudevano per lasciare spazio all’industria, Livio Felluga ha continuato a credere nella terra e ci ha investito, dedicandoci tutta la sua vita e le sue energie fino alla fine dei suoi giorni. Giorno dopo giorno, difficoltà dopo difficoltà, con tanta tenacia e molte soddisfazioni, oggi l’azienda vinicola Livio Felluga è un piccolo grande gioiello di quel vero made in Italy che tutto il mondo ci invidia. Il simbolo dell’azienda è una carta geografica che racconta il viaggio di Livio nelle colline di Rosazzo e indica la provenienza delle uve da cui nascono tutti i suoi vini, come i grandi bianchi Terre Alte, illivio, Abbazia di Rosazzo e il rosso riserva Sossò.
“Papà è stato sempre un uomo molto aperto, interessato alle innovazioni, curioso ed entusiasta. Quando a 90 anni gli abbiamo regalato un computer eravamo molto perplessi sull’esito di questa nostra iniziativa un po’ balzana ma lui, come sempre, ci ha stupito. Ha voluto subito prendere lezioni, ha iniziato a navigare in rete e ci ha detto che noi eravamo davvero fortunati perché quel dispositivo apriva un mondo, un mondo di conoscenze e di opportunità.”
Livio Felluga è mancato a 102 anni ma tutto continua a parlare di lui in quelle terre, nella sua azienda, nei gesti e nelle parole dei suoi figli che da lui hanno ereditato oltre al DNA la stessa passione e lo stesso amore per quelle colline e per quella terra.
“Fin da bambini ci ha insegnato quanto è importante la conoscenza e la cultura per diventare persone libere. Quando abbiamo festeggiato i suoi 100 anni, noi figli abbiamo voluto donare a papà un simbolo: il Vigne Museum. Un’opera artistica/architettonica che è collocata sulla sommità di una delle nostre colline a Rosazzo, circondata dai vigneti amati da papà. Oggi il Vigne Museum è diventata un’associazione culturale che si occupa principalmente di ambiente e paesaggio, incubatore di idee rivolte all’ arte e alla musica contemporanea.”
Elda è l’unica donna in una squadra maschile. “Sono stata coccolata e viziata ma ho anche dovuto ritagliarmi i miei spazi, tuttavia, proprio come in una squadra, ognuno di noi, con il suo carattere e le sue attitudini, ha un suo ruolo e giochiamo la stessa partita. Mio padre diceva che il vino aveva sempre dato “il pane” alla sua famiglia e a quelle dei suoi antenati e noi continuiamo a pensarlo. Siamo grati a queste terre che hanno un microclima magico e regalano prodotti di grande eccellenza e siamo grati alla nostra famiglia che ci ha insegnato ad amarle.”
Laureata in Lettere, Elda si occupa prevalentemente degli aspetti di comunicazione e di relazioni esterne dell’azienda, ma ovviamente conosce tutto dei suoi vini perché sin da bambina girava nei vigneti, seguiva la raccolta dell’uva e la sua lavorazione, passava ore nelle cantine dove di ogni bottiglia le veniva raccontata la storia. E lei oggi quella storia la racconta a tutti i suoi ospiti e li accompagna tra i filari sulle colline, facendoli vivere un’esperienza speciale tra profumi, colori, aria e cielo.
Ma per Elda quelle colline sono una parte di un territorio ben più ampio che ama. “È una terra ricca di storia, di tradizioni, di cultura ma anche molto attiva e dinamica, che guarda al futuro e che continua a ideare progetti per dare nuova energia alla comunità locali. In questo fermento un ruolo importante è svolto dalle nuove generazioni che stanno riscoprendo il piacere dell’agricoltura e stanno portando una ventata di entusiasmo e tante nuove idee contagiose.”
Elda è anche presidente del Movimento Turismo del Vino del Friuli Venezia Giulia, che raccoglie 70 cantine della regione ed è una vera fucina di eventi e iniziative rivolte alla valorizzazione del territorio. Il prossimo appuntamento sarà l’ormai famoso e imperdibile “Cantine aperte” che si terrà il 25 e il 26 maggio.
“Per questi week end c’è una vera mobilitazione del territorio che coinvolge produttori e artigiani del gusto locali, ogni cantina ha scelto un suo tema da declinare per personalizzare l’ospitalità. Nella nostra azienda abbiamo deciso di proporre un percorso sensoriale comparando i profumi dei fiori, dei frutti, delle erbe aromatiche e delle spezie alle fragranze dei vini.”
Ma partendo da quella carta geografica voluta dal padre come simbolo della sua azienda, Elda ha anche ideato una serie di incontri culturali dedicati al tema del viaggio, sia fisico sia metaforico: “I colloqui dell’Abbazia. Il viaggio della carta geografica di Livio Felluga.” In questi appuntamenti coinvolge scrittori, giornalisti, viaggiatori e artisti che raccontano le loro esperienze e si confrontano con il pubblico su diverse tematiche partendo proprio dal tema centrale del viaggio. La sede non è casuale: è la famosa Abbazia di Rosazzo, punto di riferimento certo della vita di papà Livio e oggi dei suoi figli.
La fotografia è di Luigi Vitale.
un’ottima azienda e una conduzione intelligente e di prestigio.