Negli ultimi tre anni, nella regione francese della Normandia si lavora al progetto GIEE Biodiversité che coinvolge agricoltori, apicoltori e studenti. L’obiettivo è aumentare la biodiversità di alcuni terreni con l’inserimento di alcune colture che favoriscono la presenza di impollinatori e altri insetti utili.
Il progetto sta modificando il paesaggio delle aree interessate e ne sta cambiando anche la gestione perché ha previsto la coltivazione di strisce di fiori e la creazione di siepi ai margini degli appezzamenti agricoli.
L’idea del progetto è nata quando un agricoltore locale ha saputo che un apicoltore non riusciva a trovare terreni con colza e campi di girasole per nutrire i suoi 300 alveari. Così l’agricoltore ha chiesto a un apicoltore di mettere degli alveari vicino ai suoi campi e ha iniziato anche a piantare le sue prime strisce di fiori. Come membro di una cooperativa agricola ha anche sollecitato un sondaggio sull’attività delle api e sulle loro implicazioni per l’intero ecosistema: i risultati indicavano che le strisce di fiori non servivano solo agli impollinatori, ma anche agli agricoltori.
Le strisce di fiori sono facili da mantenere, contribuiscono a prevenire l’erosione dei terreni e attraggono gli impollinatori, ma anche altri insetti come coleotteri e sirfidi che mangiano lumache e afidi e dunque riducono l’impiego di pesticidi.
Da queste evidenze è nata l’idea di dare vita a un vero e proprio progetto per promuovere la biodiversità cui prendono parte diversi attori: la cooperativa Agrial, l’unione degli apicoltori ACN, che riunisce 500 operatori, gli studenti della scuola di educazione superiore per l’agricoltura Le Robillard.
Oggi, dopo tre anni di lavori, tramite sondaggi, raccolta di dati e osservazioni, il bilancio risulta particolarmente interessante.
Il nuovo assetto dei campi ha portato a un cambiamento radicale delle modalità in cui vengono gestiti gli insetti nocivi. Ad esempio, non è più necessario utilizzare insetticidi contro alcuni tipi di coleotteri. Inoltre, gli agricoltori ora sanno come aumentare la popolazione di insetti utili, arando il meno possibile e limitando l’uso di erbicidi e di erpicatura o zappatura.
Sono state anche individuate le colture più adatte alle api e agli altri impollinatori. Se inizialmente venivano utilizzate solo facelia, lupinella e grano saraceno, ora sono state aggiunte piante di trifoglio cremisi, trifoglio persiano, trifoglio dolce, borragine e veccia.
Non solo. Grazie a questo progetto si è creata una vera sinergia tra agricoltori e apicoltori, che ora riescono a comprendersi meglio e a condividere sforzi e obiettivi
Tuttavia gli effetti benefici dei cambiamenti nella gestione del paesaggio e delle colture potranno emergere nella loro totalità solo dopo 5 anni. Inoltre per ora le valutazioni sono state fatte solo sulla presenza delle strisce di fiori e non sull’inserimento delle siepi che sono comunque connesse alle strisce di fiori. Dunque il lavoro procede, aspettiamo i prossimi risultati.
La foto è di proprietà del progetto Biodiversitè.