Nel loro sito è citata una frase di Henri Bernardin de Saint-Pierre, scrittore e botanico francese vissuto tra il 1700 e il 1800, che aveva suddiviso le tipologie di frutta in base alla grandezza e al relativo tipo di consumo: individuale o collettivo. Lo studioso diceva che “il melone era stato suddiviso in fette dalla natura per essere consumato in famiglia, mentre il cocomero, più grande, poteva essere condiviso coi vicini.” Una valutazione originale, ma in fondo veritiera.
Piccolo, prezioso, difficile da riconoscere e scegliere, il melone per chi lo deve acquistare risulta spesso un’incognita. Ma non è così per i meloni IGP dell’azienda ortofrutticola Nadalini,che opera nella zona di Santa Croce di Sermide in provincia di Mantova e dal 1979 produce meloni di alta qualità. I meloni di quest’azienda sono dolci e aromatici e la loro polpa ha una consistenza unica. “Potremmo riconoscerli anche se fossimo stati bendati– afferma fiera Francesca Nadalini – e i migliori sono quelli dalla superficie esterna liscia, senza retatura, né segno della fetta, hanno un gusto inconfondibile. Nascevano rigogliosi in queste terre fino a quando a partire dal 1700 si è andata perdendo questa tradizione agricola ma nel 1979 mio padre ha voluto riportare in vita la vocazione naturale di questo territorio. E oggi questa zona è tornata ad essere il paradiso dei meloni. Ma anche dell’anguria e delle famose zucche mantovane.”
Oggi Francesca si occupa in primo luogo degli aspetti commerciali dell’azienda ma questa definizione è riduttiva. L’azienda è la sua casa, la sua famiglia, sa tutto della sua terra e delle sue piante, soprattutto dei suoi meloni, così delicati, le cui foglie possono ammalarsi così facilmente. “Per questo utilizziamo droni e centraline che utilizzando raggi infrarossi ci permettono di intercettare la comparsa di segnali anomali sulla vegetazione, in tal modo possiamo di intervenire preventivamente per evitare malattie e danni” afferma Francesca.
Ma le innovazioni tecnologiche qui fanno rima perfetta con le antiche tradizioni. La coltivazione di questi meloni viene fatta nel rispetto assoluto della loro natura e di quella del territorio che li accoglie. Come facevano probabilmente i nostri antenati. Fin dall’inverno, il terreno viene preparato attraverso una serie di operazioni (aratura, fresatura ecc.) poi è il momento della pacciamatura per riscaldare la terra e limitare le infestanti. Una volta effettuata la semina, la pianta di melone si sviluppa aderendo al terreno e proliferando verso l’esterno con ramificazioni a stella. Il momento decisivo per la fruttificazione è l’impollinazione dei fiori che avviene a partire da fine marzo. La maturazione del frutto viene seguita finché non presenta le caratteristiche tipiche che variano da melone a melone: perlopiù l’indicatore principale è la rottura della corona del picciolo che indica che i meloni sono pronti per essere raccolti.
Insomma un processo lento che va seguito con cura e attenzione, che richiede conoscenze, impegno, passione. Un percorso tutto all’insegna della sostenibilità: rispetto del territorio e dei suoi frutti.
Quando a Francesca chiediamo cosa pensa dell’economia circolare, risponde che per loro è da sempre quotidianità. “Recuperiamo il compost per concimare il terreno da un’impresa specializzata che si occupa del recupero e della lavorazione dell’umido organico. I meloni esteticamente difettosi vengono dati a chi li trasforma in macedonie o composte, utilizziamo impianti di biogas.”
“Siamo in tante noi donne impegnate sul fronte della sostenibilità e di un’agricoltura che rispetti la terra e le sue risorse- continua Francesca – non è un caso che sarà il tema centrale della nostra associazione Donne dell’Ortofrutta per il prossimo 2019. Crediamo che sia un dovere lavorare insieme per obiettivi così decisivi. Le scelte di oggi condizioneranno il nostro futuro e il futuro dei nostri figli ed è importante attivarsi subito nel modo migliore. Solo mettendo insieme le nostre competenze e le nostre sensibilità arriveremo a individuare velocemente soluzioni e percorsi efficaci. Le donne in genere sono poco visibili e troppo spesso dietro le quinte, ma le assicuro che loro professionalità, il loro impegno e la loro tenacia raggiungono livelli di eccellenza davvero speciali.”