La maggior parte degli organismi vive seguendo un suo calendario: sa quando riprodursi, quando migrare, e così via. La tempistica di tali eventi è nota come fenologia ed è cruciale per la sopravvivenza di ogni organismo e per il suo contributo in termini di servizi ecosistemici. A proposito delle piante, ad esempio, è stato dimostrato che la fenologia di molte specie sta cambiando proprio per effetto del riscaldamento globale, molte infatti fioriscono prima, ma non si sa ancora bene se i cambiamenti fenologici delle piante in superficie corrispondano ai cambiamenti fenologici delle piante nel sottosuolo. Ora un gruppo di scienziati internazionali ha dimostrato che esiste una grande discrepanza tra il modo in cui una pianta cambia la sua fenologia in superficie rispetto ai suoi cambiamenti fenologici nel sottosuolo.
Per indagare su questo fenomeno, gli scienziati hanno analizzato i dati di 88 studi pubblicati che hanno misurato la fenologia delle piante sopra e sotto terra. “Dopo aver raccolto i dati e iniziato a cercare se la fenologia delle piante sopra e sottoterra si rispecchiasse in risposta al riscaldamento, siamo rimasti piuttosto sorpresi di vedere quanto fossero coerenti le discrepanze invece delle corrispondenze“, ha affermato Huiying Liu, il primo autore dello studio. “Le piante legnose come gli alberi erano più reattive nel sottosuolo rispetto alla loro fenologia in superficie, mentre le piante erbacee erano fenologicamente più reattive in superficie rispetto al sottosuolo.”
Le discrepanze fenologiche sono risultate vere in entrambe le forme vegetali (legnose e non legnose). “Questi risultati faranno progredire notevolmente l’ecologia dei cambiamenti climatici, mettendo in evidenza l’importanza della fenologia delle radici delle piante“, suggerisce il Prof. Thakur dell’Università di Berna, autore senior dell’articolo.
“Attraverso i cambiamenti – o la loro mancanza – nella fenologia delle radici, a causa del riscaldamento, è probabile che la vasta biodiversità del suolo, che dipende dalle radici delle piante come sua principale risorsa, ne risentirà. Se i consumatori fuori terra come gli insetti seguono le loro risorse vegetali in modo diverso rispetto a quelli che vivono sottoterra a causa di tali disallineamenti, possiamo aspettarci di vedere uno squilibrio negli ecosistemi. Ma sappiamo così poco delle conseguenze di tale squilibrio innescato da disallineamenti fenologici”, sottolinea Thakur.
Il Prof. Thakur ha aggiunto: “La fenologia vegetale non è importante solo per le piante, ma anche per gli erbivori e microrganismi poiché dipendono dalle piante. Se la catena alimentare inizia a rispondere in modo diverso al riscaldamento climatico tra la superficie e il sottosuolo, inizieremo a assistere a cambiamenti drammatici negli ecosistemi terrestri”.
Secondo il professore, le interazioni nel suolo sono cruciali per il mantenimento della biodiversità terrestre e del funzionamento dell’ecosistema, e disturbare queste interazioni è un invito all’instabilità dell’ecosistema. Saranno necessarie ulteriori ricerche sperimentali per capire come tali disallineamenti fenologici nelle piante si riverseranno a cascata su microrganismi e animali.
In sintesi, senza una conoscenza completa della fenologia sia dei germogli che delle radici, è praticamente impossibile capire come i cambiamenti climatici modificheranno le comunità vegetali e di conseguenza il futuro degli ecosistemi.
L’articolo Phenological mismatches between above- and belowground plant responses to climate warming è stato pubblicato su Nature ed è a cura di di Huiying Liu e di Xuhui Zhou della East China Normal University e di Madhav P. Thakur dell’Università di Berna.