Il 98,5% dei rivenditori intervistati in cinque Paesi dell’Unione Europea -Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna – considera la sostenibilità un fattore chiave per l’acquisto dei prodotti. È questo uno dei dati emersi da uno studio condotto dall’International Trade Centre, presentato lo scorso 24 maggio a Bruxelles.
La ricerca si è basata su un sondaggio effettuato su 1800 rivenditori, cui sono seguite interviste telefoniche con 550 di loro e incontri di persona con 127. Tra le categorie merceologiche prese in esame figurano gli alimenti, le bevande, l’abbigliamento, i prodotti per la casa, i computer, i cellulari, i mobili per ufficio, i materiali stampati, i giochi.
È emerso che tutti i rivenditori stanno sempre più collaborando con i fornitori, sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea, per introdurre standard ambientali e sociali nelle loro catene di approvvigionamento.
Il 96% dei rivenditori intervistati adotta strategie di approvvigionamento sostenibile e il 76% dichiara pubblicamente le proprie policy. Ovviamente le realtà più grandi sono quelle più coinvolte e impegnate. Dallo studio emerge che i Paesi più attenti alla sostenibilità sono i Paesi Bassi e la Germania, seguono Francia, Spagna e Italia.
Ma in questo studio emerge che è proprio il Food a registrare crescite più elevate. La vendita di prodotti sostenibili è cresciuta del 18 per cento negli ultimi 5 anni e il trend è destinato ad aumentare nei prossimi cinque anni. Lo afferma il 97 per cento dei rivenditori di prodotti alimentari rispetto alla media del 92 per cento dei rivenditori di altre categorie merceologiche.
Il 60 per cento dei rivenditori afferma di fare acquisti in linea con 3 o più standard o con le certificazioni e nell’area del Food le più utilizzate sono quelle dei prodotti biologici o Fairtrade. Il 25 per cento acquista prodotti biologici e il 15 per cento prodotti Fairtrade. Nel 2017 a livello di Unione Europea la vendita di prodotti biologici ha raggiunto i 34, 2 miliardi di euro, di cui 24,2 miliardi riguardano proprio i Paesi coinvolti nella ricerca.
In Italia sono stati intervistati 379 rivenditori, tutti hanno dichiarato il loro impegno nei confronti della sostenibilità. Dei 149 che dichiarano che la sostenibilità è al centro del loro business, il 96 per cento ha chiare strategie di approvvigionamento e il 76 per cento le comunica nei dettagli, pubblicando le proprie policy nei bilanci e nei siti.
Il 62 per cento dei rivenditori abitualmente usa la propria etichetta per attestare la sostenibilità dei prodotti e il 24 per cento commercializza alimenti certificati bio. Nel 2017 in Italia il volume dei prodotti bio venduti è stato pari a 3,1 miliardi di euro.
L’84 per cento degli intervistati ha registrato una crescita delle vendite di prodotti sostenibili pari al 20 per cento negli ultimi cinque anni e il 90 per cento si aspetta un ulteriore aumento nei prossimi cinque anni.
Il documento riporta anche alcune testimonianze di retailer dei diversi Paesi coinvolti e per l’Italia è intervistato Luca Zocca, direttore Marketing and Responsibility di Brio, brand di riferimento nel biologico.
Questo il commento di Cecilia Malmström, commissaria EU Trade: “Nell’Unione europea abbiamo posto la sostenibilità al centro della nostra politica commerciale. Questo studio dimostra che è stata la decisione giusta. I consumatori vogliono sempre più sapere da dove vengono i prodotti e come sono fatti, vogliono sapere anche se diritti dei lavoratori sono stati rispettati. La buona notizia è che i rivenditori stanno iniziando a rispondere. I dati emersi ci fanno capire che tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere, come cittadini, consumatori, lavoratori o imprenditori, nel promuovere un commercio aperto, equo ed etico”.
Tutti gli accordi commerciali globali dell’Unione Europea dal 2011 comprendono un capitolo sugli scambi e lo sviluppo sostenibile e negli ultimi cinque anni la Commissione ha pubblicato circa 6000 documenti relativi alla politica commerciale, contribuendo a rendere sempre più trasparenti la sua strategia e i suoi impegni.