Elettronica, biologia ma anche Internet of Things, servivano competenze multidisciplinari per realizzare una tecnologia speciale in grado di monitorare la salute e il benessere delle api, tutelando anche l’ambiente. Con questo obiettivo viene creata 3Bee, la startup nata in Lombardia a fine 2016 e cresciuta nell’incubatore Comonext e con il supporto di I3P del Politecnico di Torino e l’acceleratore BHeroes di Fabio Cannavale CEO di LastMinute.com e TIM WCAP. L’idea è venuta a Niccolò Calandri, un ingegnere elettronico e project manager, e si è trasformata in realtà grazie alla collaborazione con Riccardo Balzaretti, biologo e apicoltore.
L’idea nasceva per dare una risposta concreta a tutti i fattori che minacciano il benessere delle api partendo da alcuni dati di fatto che molti ignorano: circa l’80% delle specie vegetali che contribuiscono alla nostra alimentazione viene impollinato dalle api e ogni anno gli apicoltori subiscono la perdita di circa il 30% dei propri alveari.
Serviva un’arnia dove fosse possibile monitorare costantemente le api con strumenti all’avanguardia, per prevenirne disturbi, malattie e decessi. Ed ecco la soluzione, acquistabile anche in formati e moduli diversi. All’interno di ogni arnia viene posizionata una schedina in cui sono presenti un microfono, un sensore in grado di rilevare l‘umidità e uno per la temperatura, mentre alla base si fissano apposite bilance. In tal modo è possibile conoscere esattamente quello che avviene nell’arnia da remoto, grazie alla possibilità di visualizzare e inviare i dati con l’utilizzo di un semplice smartphone. Il dispositivo è stato chiamato Hive-Tech e può essere utilizzato facilmente da professionisti dell’apicoltura così come da scienziati o da appassionati. 3Bee ha già installato più di 1000 dispositivi in tutta Italia.
L’insieme di questi strumenti permette di tenere sotto controllo parametri fondamentali per identificare lo stato di salute e i bisogni delle api: la qualità dell’aria, la temperatura, che serve per capire se c’è o meno l’ape regina, l’analisi dello spettro sonoro, che permette di riconoscere il diffondersi di certe malattie, e il peso. Un controllo in tempo reale che consente all’apicoltore di intervenire tempestivamente in caso di necessità, limitando l’utilizzo dei trattamenti allo stretto indispensabile. E basterebbe creare un database internazionale in cui far confluire tutte le informazioni per poter condividere conoscenze, esperienze e best practices tra scienziati, apicoltori e chiunque sia interessato a garantire l’incolumità degli alveari e la sostenibilità del nostro Pianeta.
Questa startup è entrata a far parte del progetto editoriale “New Heros” curato da Oscar de Montigny e RedBull.com per raccontare le storie dei nuovi eroi del mondo del lavoro ed è stata inserita dalla Barilla Center for Food & Nutrition Foundation tra le migliori 10 idee al mondo sul cibo e sulla sostenibilità. L’azienda ha rifiutato differenti proposte di acquisto che comportavano il trasferimento nella Silicon Valley ed in Israele perché la volontà di 3Bee è di tenere le persone e il team unito in Italia.
Ma nasce anche il “World Bee Project”
Il 16 ottobre scorso in Gran Bretagna è stato annunciato “The World Bee Project” un progetto ideato da Sabiha Rumani Malik, Fondatore e Presidente, in collaborazione con altri esperti e con la University of Reading, che ora si avvale anche dei servizi cloud di Oracle. L’obiettivo è proteggere e tutelare questi preziosi insetti, da cui dipende l’equilibrio dell’ecosistema e gran parte dell’alimentazione umana e animale. Il progetto si avvale di una rete di partner ed esperti con competenze multidisciplinari: dall’ecologia all’agricoltura sostenibile, dalla biologia alle scienze sociali.
The World Bee Project Hive Network è al lavoro per consentire ai ricercatori di analizzare la vita delle api anche attraverso la raccolta di dati acustici che vengono rilevati all’interno di arnie “intelligenti”, come i suoni prodotti dal movimento delle ali e delle zampe delle api. Combinando questi dati con altre misurazioni di precisione come la temperatura, l’umidità, la capacità di produzione di miele si potrà disporre di informazioni preziose per capire lo stato di salute delle colonie di api e si sarà in grado di valutare le correlazioni e fare previsioni sul loro comportamento. Con queste informazioni gli esperti di conservazione delle specie e gli apicoltori potranno proteggere le colonie di api con una serie di azioni mirate, come ad esempio interventi per prevenire la formazione di sciami nei momenti dell’anno meno opportuni o individuando e colpendo tempestivamente i predatori, come l’invasiva specie Asian Hornet.
Le analogie di missione e obiettivi tra The World Bee Project e 3Bee apparentemente sono molteplici. Sta di fatto che oggi la giovane impresa italiana offre già una soluzione che sta vendendo con successo e chi la utilizza ne è entusiasta…aspettiamo i risultati dell’organizzazione internazionale.
da quando ne ho letto per la prima volta, ho ritenuto questo progetto interessante, non solo per le sue caratteristiche proprie, ma anche per le possibili (e credo utili) “contaminazioni” con la tecnologia dei libri mastri distribuiti e/o Blockchain, tutti i dati provenienti da tutte le installazioni potrebbero far parte di un unico grande “data base distribuito” costituendo una grande fonte di Big Data su popolazioni di api, potendo offrire elementi di confronto e/o di possibili analisi predittive sui comportamenti apiari, offrire garanzie di origine e sanità degli alveari alla fonte di di una determinata produzione di miele…etc. La tecnologia ci apre un mondo di possibilità (per fortuna :-))
Sono totalmente d’accordo con te! Non mancano certo le tecnologie, a volte manca il coraggio di trasformare le idee in progetti, ma Niccolò Calandri lo ha avuto!