La calza della befana è stata ricca e generosa per Indigo Ag. Il 6 gennaio infatti la società ha annunciato di aver ricevuto un nuovo finanziamento di 200 milioni di dollari per sviluppare ulteriormente i suoi piani. Tra i nuovi finanziatori compaiono FedEx e la Pacific Western Bank, oggi il capitale di Indigo Ag è di circa $ 850 milioni.
La strategia e gli impegni della società americana guidata da David Perry puntano sull’agricoltura rigenerativa con l’obiettivo di migliorare la redditività dei coltivatori e contribuire in modo sostanziale alla sostenibilità ambientale e alla salute dei consumatori.
Indigo ha continuato a crescere anche per il valore e le implicazioni concrete delle sue iniziative. Tra i punti di forza: un marketplace dedicato per favorire lo scambio diretto tra agricoltori e acquirenti, una piattaforma per facilitare le operazioni logistiche e la sua Terraton Initiative, un piano articolato per incentivare gli agricoltori a ridurre le emissioni di carbonio. Il traguardo è dichiarato: eliminare un trilione di tonnellate di anidride carbonica.
Oggi negli Stati Uniti sono oltre 10.000 gli agricoltori iscritti al Grain Marketplace di Indigo. Secondo l’azienda le transazioni commerciali sono cresciute del 50% -100% nella seconda metà del 2019 e dal suo lancio, nel settembre del 2018, sono stati siglati contratti per un valore di oltre 300 miliardi di dollari.
Il nuovo finanziamento contribuirà anche a promuovere ulteriormente il programma Indigo Carbon, che dà incentivi finanziari agli agricoltori che si impegnano a sequestrare il carbonio nei loro terreni. Tutto questo è reso possibile dall’utilizzo di soluzioni tecnologiche che permettono di misurare, monitorare e verificare i livelli di carbonio presenti nel suolo. Tra l’altro su questo tema Indigo ha lanciato un appello a tutti gli imprenditori e innovatori con il suo The Terraton Challenge. L’obiettivo è individuare nuove soluzioni, di precisione ed economiche, che accelerino e semplifichino il processo di sequestro del carbonio nel suolo e migliorino la qualità delle misurazioni.
Le proposte di Indigo si fondano su pratiche di agricoltura rigenerativa e su una serie di competenze scientifiche acquisite in materia di microbiologia. Vengono utilizzati anche strumenti e tecnologie avanzate come il machine learning.
Per individuare quali fossero i microrganismi più utili, il team di ricercatori di Indigo ha effettuato studi e analisi su una serie di piante che crescevano rigogliose nonostante condizioni e sollecitazioni non favorevoli e ha identificato e isolato i batteri e i funghi che avevano permesso a quelle piante di resistere anche in ambienti difficili.
Questi microorganismi vengono combinati e trattati con una tecnologia proprietaria per rivestire i semi e consentono alle piante di diventare più resistenti e più produttive. Questi prodotti possono essere usati sia da chi si occupa di sementi sia dagli agricoltori e i semi trattati con la tecnologia microbica di Indigo mantengono la vitalità e l’efficacia anche dopo settimane di stoccaggio prima di essere piantati.
Questa soluzione è in grado di proteggere le colture da ogni stress abiotico – temperature estreme, scarsità d’acqua, terreni carenti di nutrienti- consente anche di migliorare l’utilizzo delle risorse – dall’acqua ai fertilizzanti – migliora la qualità e la resa dei raccolti. Dunque, permette di aumentare le entrate delle aziende agricole.
Al primo posto nella classifica Disruptor 50 della CNBC, Indigo ha sede a Boston, ma anche uffici a Memphis (Tennesse), Research Triangle Park (Carolina del Nord); Sydney (Australia) Buenos Aires (Argentina), San Paolo (Brasile). Dal 16 settembre scorso è anche in Europa, a Basilea, in Svizzera.
La foto è di Indigo Ag.
Prospettive molto interessanti.
Credo che stiano facendo davvero un ottimo lavoro.