Singapore, popolatissima e con poca terra, sta investendo sull’urban farming con una strategia precisa e un approccio molto pragmatico. L’obiettivo è valorizzare tutte le opportunità concrete che offre la città per produrre cibo in modo sostenibile: tetti, aree dismesse, parchi, anche gli spazi sottostanti un viadotto. La città sta anche pensando alla possibilità di realizzare “stagni galleggianti” che potrebbero essere posizionati in molte aree urbane per creare allevamenti ittici.
Con il ruolo decisivo dell’Urban Redevelopment Authority (URA), Singapore sta continuando a raccogliere idee e competenze per reinventare un sistema di produzione alimentare sostenibile. Lo sforzo è condiviso. Settore privato e istituzioni collaborano insieme, e le idee diventano realtà grazie a politiche mirate, un uso creativo dello spazio, la progettazione di tipologie di edifici innovativi. Grazie alla ricerca e a tecnologie avanzate e a tante competenze diverse e complementari. .
Sono nati così i progetti più innovativi come quelli di Sky Greens, che ha ideato una struttura alta 9 metri in cui sono coltivate verdure all’aperto ma in verticale, e di Sustenir che ha progettato il suo Controlled Environment Agriculture (CEA) per coltivare piante non native del territorio in un ambiente controllato, o il sistema di acquacoltura a tre livelli a ricircolazione verticale realizzato da Apollo Aquaculture Group, che permette di allevare cernie di perle, trote e gamberi bianchi in un ambiente chiuso su più livelli.
Ma questa strategia all’insegna della sostenibilità del cibo e dell’innovazione ha fatto nascere tante realtà che oggi riforniscono la popolazione di Singapore di verdure e ortaggi freschi.
Un articolo dello scorso agosto della testata “TheSmartLocal” citava nove eccellenze dell’urban farming indicando anche le loro peculiarità, le loro proposte e i prezzi dei loro prodotti. Tra i protagonisti c’è chi coltiva e organizza visite per il pubblico, chi ha creato al proprio interno un ristorante, chi dà consulenza per aiutare a costruire orti di qualsiasi dimensione, chi impiega persone diversamente abili, chi adotta tecniche di antica tradizione giapponese. Ma quello che accomuna la maggior parte di queste aziende agricole urbane è che verdure e ortaggi sono coltivati senza impiego di pesticidi, possono essere consumate fresche, appena raccolte, e sono accessibili dal punto di vista economico, costano poco più dei prodotti importati e spesso basta abbonarsi per ricevere regolarmente quello che serve.
Nel panorama davvero multiforme dell’urban farming di Singapore si distingue davvero per originalità la soluzione ideata da Jack Ng, che ha creato Sky Greens progettando una struttura particolarmente leggera e di facile gestione. L’impianto è costituito da una serie di torri in alluminio – alcune delle quali arrivano ad un’altezza di nove metri – ognuna contiene 38 vassoi con canali per l’irrigazione. L’acqua utilizzata per alimentare le torri rotanti viene riciclata all’interno del sistema. Ogni torre consuma solo 60 watt di energia al giorno, circa la stessa quantità di una singola lampadina.
La torre ruota molto lentamente, impiegando circa otto ore per effettuare un giro completo, mentre la pianta viaggia verso l’alto, assorbe un’ampia luce solare, quando scende, viene annaffiata da un vassoio, alimentato dal sistema idraulico che guida anche la rotazione della torre. Questo sistema a ciclo chiuso è più leggero rispetto agli impianti tradizionali, è di facile manutenzione e non rilascia alcun gas di scarico.
Le torri Sky Greens attualmente producono ortaggi locali molto popolari – nai bai, xiao bai cai e cavolo cinese – e riforniscono NTUC FairPrice, il più grande rivenditore di alimentari di Singapore, che ha una rete di oltre 230 punti vendita, le verdure costano circa 20 centesimi in più per chilogrammo rispetto alle varietà importate. Secondo le stime di Sky Greens, entro il prossimo anno la fornitura di prodotti a NTUC arriverà a raggiungere un volume di due tonnellate al giorno.
Jack Ng ha avuto l’idea di costruire così queste strutture perché voleva rendere la cura e la raccolta più semplice e accessibili, anche ai pensionati. Il suo sistema infatti è stato soprannominato “A Go-Grow” perché la pianta arriva a portata di mano di chi la deve raccogliere. Non solo, queste torri possono essere installate facilmente sui tetti dei blocchi residenziali e la loro gestione non richiede particolari competenze e impegno e possono davvero produrre cibo locale in modo semplice e sostenibile, secondo Ng. È sua la frase “But money (is) worthless without food”, il denaro è senza valore se non c’è cibo. Una verità che forse non dovremmo mai dimenticare.
La foto è di Sky Greens.