Pere e mele imperfette sono buone e nutrienti come le loro sorelle senza difetti, ma proprio per le loro pecche spesso non arrivano al mercato e ancora più spesso sono destinate a finire nei cassonetti come rifiuti.
Così Moayad Abushokhedim con la sua startup Fooditive ha avuto l’idea di utilizzare gli avanzi di mele e pere e i frutti non candidabili agli scaffali per produrre un dolcificante privo di sostanze chimiche. Un’alternativa naturale allo zucchero che vuole essere anche un prodotto veramente sostenibile perché non prevede coltivazioni e consumo di risorse del pianeta.
Fooditive estrae il fruttosio naturale da un processo di fermentazione utilizzando mele e pere di terza scelta provenienti da agricoltori olandesi. Tutti i prodotti, coltivati con tecniche tradizionali o biologiche, sono tracciati dal seme al campo fino al momento della consegna. Il risultato finale è il loro Fooditive Sweetener un dolcificante al cento per cento naturale, privo di calorie, senza tutte le implicazioni dello zucchero e degli altri dolcificanti, sia per la salute sia per l’ambiente.
Oltre al dolcificante, Fooditive produce altri prodotti completamente naturali: agenti per la conservazione ottenuti dai sottoprodotti delle carote, ideali per salse, zuppe, prodotti da forno e dessert surgelati; agenti addensanti che provengono dalla lavorazione delle bucce di banana ed emulsionanti ottenuti da estratti di patate.
Ma tutta la strategia dell’azienda è all’insegna della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. Fooditive opera senza avere sprechi di produzione, gli scarti vengono utilizzati per realizzare compost per i terreni, usa packaging riutilizzabili e ricicabili, misura e comunica la propria impronta ambientale.
La società ha già stretto accordi con alcune aziende olandesi e l’obiettivo è di estendere la propria area d’azione anche ad altri Paesi. Al momento comunque sta collaborando attivamente con Rotterdam Circulair, una società che si occupa di riutilizzo e di riciclo. L’obiettivo è ambizioso: far diventare la città di Rotterdam un vero emblema dell’economia circolare entro il 2030.