Eliminare i gas a effetto serra dall’atmosfera e ridurre le emissioni provocate dai combustibili fossili sono due traguardi decisivi per riuscire a raggiungere quel più 1,5° di aumento massimo delle temperature globali, l’obiettivo indicato dall’Accordo di Parigi. E secondo il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC), il suolo delle terre coltivate e delle distese erbose potrebbe arrivare a immagazzinare fino a 8,6 giga tonnellate di CO2 l’anno. Un volume enorme, che corrisponde a quasi 1,5 volte le emissioni annuali degli Stati Uniti.
Occupandosi proprio di tematiche ambientali alcuni ricercatori dell’Università di Scheffield in collaborazione con il Leverhulme Centre for Climate Change Mitigation e con l’Institute for Sustainable Food affiliato all’Università hanno analizzato negli anni gli effetti della polvere di roccia basaltica nel suolo e hanno osservato che l’aggiunta di questa roccia di origine vulcanica aiuta il suolo a sequestrare una grande quantità di carbonio e migliora la qualità e le rese dei raccolti.
Lo studio, pubblicato su Global Change Biology, ha messo in luce che l’aggiunta di questa polvere ha contribuito ad aumentare le rese del sorgo bicolore fino al 20% e che una singola applicazione di polvere basaltica ha permesso al suolo di assorbire tra le due e le quattro tonnellate di CO2 nell’arco di cinque anni, un volume di quattro volte superiore a quello dei terreni non trattati.
Il basalto contiene almeno sei nutrienti essenziali per la crescita delle piante e concentrazioni molto ridotte di tossine, che hanno contribuito ad aumentare la produttività delle piante, un risultato ottenuto senza l’uso di fertilizzanti a base di fosfato e potassio. Una soluzione ottimale anche per chi ha scelto di praticare l’agricoltura biologica. Gli aumenti di resa sono risultati dal trattamento con polvere basaltica già dopo 120 giorni. L’immissione nel suolo di concentrazioni di silicio ha portato anche benefici alle colture in termini di resistenza allo stress biotico e abiotico.
Il basalto ha anche contribuito a mitigare l’acidificazione del suolo, per cui generalmente viene usata la calce idrata ad uso agricolo, la cui produzione comporta il due percento delle emissioni di gas serra negli Stati Uniti.
Le conclusioni di Michael Kelland, ricercatore di dottorato all’Università di Sheffield e autore principale dello studio, sono: “I nostri risultati suggeriscono che l’aggiunta di polvere di roccia basaltica potrebbe aiutare i nostri terreni a sequestrare grandi volumi di anidride carbonica dall’atmosfera. E questa semplice tecnica potrebbe anche ridurre la necessità di fertilizzanti e calce agricola, dunque meno emissioni di carbonio e costi ridotti per gli agricoltori.
Ora partiranno nuove prove in campo su larga scala, ma le prospettive sembrano davvero molto promettenti e soprattutto molto sostenibili.