Le alghe per crescere hanno bisogno solo della luce solare, non emettono anidride carbonica, la loro presenza purifica anche l’acqua. Delle alghe viene utilizzato tutto, non ci sono scarti come si verifica invece in tanti altri tipi di coltivazioni, e le loro molteplici proprietà le rendono dei veri superfood, perfetti per l’alimentazione umana, ma anche utili per realizzare ottimi mangimi per gli animali. Le alghe, in poche parole, sono un vero paradigma di sostenibilità.
Per questo un team di ricercatori di Wageningen sta studiando con alcune aziende indonesiane le condizioni ideali per praticare questo tipo di coltivazione.
Gli studi sono condotti in Indonesia proprio perché il Paese da tempo ha investito in questo settore e le aziende che vi si dedicano sono numerose e hanno affinano tecniche e metodologie. Ricerche recenti infatti indicano che a livello globale sono 132 i Paesi che hanno habitat idonei a questo tipo di coltivazione ma sono solo 37 quelli che vi si dedicano e l’Indonesia è tra i Paesi più attivi. Qui esiste una vera e propria industria dedicata alla coltivazione delle alghe, vengono utilizzate per la produzione di alimenti, in particolare per succhi e prodotti per bambini, e rappresentano anche una voce importante dell’export.
“In tutto il mondo, ci sono circa 48 milioni di chilometri quadrati di mare adatti alla coltivazione di alghe”, ha affermato Dolfi Debrot, un ecologo marino tropicale dell’università di Wageningen che guida la ricerca. Secondo il ricercatore per effetto della desertificazione, dell’erosione del suolo e dell’eccessiva presenza di sale, circa il 38% delle terre risulta sempre meno adatto alla coltivazione. Inoltre “la scarsità d’acqua dolce, soprattutto in alcuni Paesi, è diventato un problema serio, che probabilmente finirà col provocare anche un aumento dei conflitti.”
Per questo, secondo Debrot, per continuare a produrre cibo è logico pensare a fonti vegetali sempre più sostenibili come le alghe, “l’alga è molto sana, nutriente e, a differenza del mais e del grano, l’intera pianta è commestibile. Estrae i nutrienti necessari dall’acqua e in tal modo la purifica anche se è stata inquinata da fertilizzanti, dunque può contribuire in modo significativo ad una produzione alimentare sostenibile.”
Le alghe sono coltivate principalmente nelle zone costiere dove sono presenti onde e correnti e la loro crescita dipende dalla temperatura dell’acqua e dalla concentrazione di nutrienti nell’acqua. ‘Le alghe non hanno bisogno di fertilizzanti – ha affermato Debrot – e questo è un altro grande vantaggio, poiché i fertilizzanti agricoli sono costosi. Nei luoghi in cui l’acqua di mare più profonda sale in superficie, come nei delta dei fiumi, ci sono nutrienti a sufficienza per la loro crescita e i fiumi contengono spesso residui di fertilizzanti, che inquinano ma permettono alle alghe di prosperare.”
Analizzando poi la situazione specifica dell’Indonesia dove anche l’allevamento di gamberi e gamberetti è molto diffuso, ancora una volta le alghe potrebbero dare il loro contributo per la sostenibilità.
Nel Paese chi si dedica a questo tipo di allevamento per recuperare gli spazi necessari abbatte le mangrovie, ma con il tempo le acque diventano contaminate perché nelle coltivazioni intensive vengono impiegati pesticidi, sostanze chimiche e antibiotici. Tutto questo innesca un fenomeno letale: gli allevatori continuano ad abbandonare gli stagni contaminati e ne creano sempre di nuovi, abbattendo proprio quelle mangrovie, che proteggono le regioni costiere dalle inondazioni e sono indispensabili per gli equilibri degli ecosistemi.
Ma secondo Debrot: “coltivando alghe e gamberi nello stesso habitat, l’acqua negli stagni rimane pulita. Le alghe recuperano i nutrienti grazie alla presenza dei gamberi e i gamberi rimangono sani, senza che siano necessari antibiotici e altre sostanze”.
Il team di Wageningen che sta portando avanti questi studi coinvolge 20 ricercatori – ecologi, studiosi di animali e piante, esperti di economia – e i risultati del progetto daranno informazioni e indicazioni sulle opportunità globali per la coltivazione di alghe aprendo nuove prospettive per riuscire a produrre cibo in modo sostenibile e, perché no, per dare nuovo impulso alle economie locali.