“Non mi fanno paura i cambiamenti, in fondo oggi capisco che tutte le esperienze mi hanno insegnato qualcosa e che, proprio grazie a loro, il puzzle della mia vita sta prendendo forma.
“Da piccola la mia mamma mi rimproverava perché quando andavamo a camminare in montagna riempivo il mio zaino di sassi trovati per strada. Non capivo perché, ma mi piaceva raccoglierli. In questi anni, seguendo sentieri sconosciuti, ho continuato a fare questo: raccogliere sassolini e metterli in tasca. Oggi ho capito che questi sassolini altro non sono che pezzi di un puzzle che, giorno dopo giorno, mi regala un’immagine più definita della mia vita.”
Alice è così, parla in modo pacato ma le sue giornate di pacato non hanno nulla. Sono un turbinio di impegni, corsi, incontri, progetti e idee ancora da realizzare.
Laureata in giurisprudenza, ha lavorato per due anni in studi legali ma sapeva già che quella non sarebbe stata la sua strada. Alice Scotti Marcello aveva un sogno: voleva fare qualcosa di utile per le persone e per il territorio, ma soprattutto per i bambini.
Inizia a fare volontariato nel reparto pediatrico dell’ospedale di Treviso con il progetto “Giocare in Corsia” e comincia a lavorare in una cooperativa agricola famosa nel territorio veneto, la Fattoria Rio Selva, dove rimane per quasi due anni. Mette insieme i due primi pezzi del suo puzzle: in quella cooperativa organizza una fattoria didattica per i bambini dove i piccoli imparano a conoscere e a gestire un orto, a interagire con gli animali, a comprendere e rispettare la natura ma anche a fare il pane.
“La famiglia Moro ha una lunga esperienza nel biologico e nella panificazione naturale. Avevamo un forno e facevamo il pane ogni settimana, così ci è venuta l’idea di raccontare la magia del lievito madre, dell’impasto e della cottura del cibo più amato, da sempre. I bambini ascoltavano e impastavano entusiasti, poi tornavano a casa orgogliosi portando ai genitori una pagnotta fatta con le loro mani.”
In questo periodo incontra anche il suo attuale compagno, laureato in economia e commercio e rientrato da una lunga permanenza in India, anche lui con un po’ di sogni nel cassetto.
Nel 2017 aprono insieme “Picatabari”, una gelateria street-food che con un Ape propone nelle vie delle città le sue prelibatezze fatte da un laboratorio artigianale rigorosamente con latte a chilometro 0. “Il nome nasce proprio da un modo di dire veneto “pica el tabaro” che vuol dire “appendi il cappotto e fermati con noi”. La stagione non ci sta aiutando molto quest’anno ma i nostri gelati piacciono molto e prima o poi ci piacerebbe anche aprire un nostro laboratorio.”
Sempre nel 2017, Alice viene chiamata dal Gruppo di cooperative Solidalia dove le viene data la responsabilità di stilare un accordo con l’oasi del WWF Valle Averto, famosa per il suo paesaggio lagunare, chiuso alla caccia. Accanto a quell’oasi oggi c’è infatti la società agricola biologica Solidalia, che produce ortaggi e verdure biologiche.
“Riforniamo gruppi di acquisto locali e con i nostri prodotti siamo in grado di soddisfare il fabbisogno settimanale di circa 60 famiglie. Ma con le api ospitate nell’oasi del WWF produciamo anche miele millefiori ed acacia e poi prepariamo confetture di more selvatiche e su alcuni tratti di terreni coltiviamo anche asparagi e carciofi”
In collaborazione con il WWF, Alice ha organizzato all’interno dell’oasi una fattoria didattica e sono già attivi percorsi natura ed eventi tematici per avvicinare grandi e piccoli a temi importanti come la biodiversità e la tutela dell’ambiente. Ogni guida affianca le scolaresche per far loro conoscere il mondo delle api, le tracce degli animali, i misteri della laguna… “Abbiamo anche inserito una proposta/workshop per i ragazzi più grandi per far loro capire cosa comporta la gestione di un’oasi naturale.”
Ma in tutto questo fermento di iniziative Alice ha continuato a fare volontariato nell’ospedale pediatrico di Treviso. Fa il clown, lei è il clown campanellino, e il suo gruppo oggi conta 160 volontari che riescono a garantire una loro presenza, mattina, pomeriggio e sera, quasi tutti i giorni dell’anno.
Con Giocare in Corsia Alice è anche andata in Ucraina e in Siberia, per svolgere progetti di formazione legati al clown ospedaliero pediatrico
“I ragazzi che hanno partecipato ai corsi, tutti attori ed artisti molto più bravi di me – io no so neanche fare le magie – si aspettavano di trovare dei professionisti della clowneria. Quando siamo andati lì abbiamo parlato dell’unica cosa che per noi è veramente importante: il bambino e il suo mondo, e l’importanza che tale mondo sia garantito anche e soprattutto nella malattia”.
Ultimamente il suo compagno a sorpresa le ha anche regalato un corso per diventare conduttore del cane negli I.A.A, pet therapy, e allora Alice e il suo amato meticcio Ugo stanno studiando insieme per capire meglio come e quanto il contatto con un animale può far bene al cuore di un malato di Alzheimer in una casa di riposo o a un bimbo ricoverato in oncologia.
Ma occhio: il puzzle di Alice non è ancora completato…
Sono persone che fanno bene alla vita
Forse sono più numerose di quanto pensiamo le persone che, come dici tu, fanno bene alla vita. E comunque quando le incontri danno una grande gioia nuova energia. Ci sono tante donne meravigliose e mi piacerebbe farle conoscere tutte!
Alice e le sue meraviglie, che bella storia!!! Sempre più convinto che il mondo sia meglio di come lo descrivono!!