Malnutrizione e piccini: uno studio sugli effetti degli integratori

L’ultimo rapporto della FAO The State of Food and Security 2019” indica che nel 2018 più di 820 milioni di persone soffrivano la fame, una cifra spaventosa che rende un miraggio il fatidico traguardo “zerohunger” fissato per il 2030. E i dati sulla malnutrizione dei bambini rimangono spaventosi, soprattutto in alcune regioni dell’Asia e dell’Africa. I piccoli in difficoltà erano quasi 150 milioni.

La denutrizione materna e infantile contribuisce al 45% delle morti nei bambini sotto i cinque anni. Ma c’è anche l’altra faccia della stessa medaglia: il sovrappeso e l’obesità sono in aumento in quasi tutti i Paesi. Nel 2018, il sovrappeso infantile ha colpito 40,1 milioni di bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo e il trend è in crescita.

Le manifestazioni più allarmanti di tutte le forme di malnutrizione si registrano in Africa e in Asia, dove, in media, più di nove bambini su dieci non hanno un’alimentazione adeguata.

Su questo tema, Bill Gates ha recentemente rilasciato alcune interviste. Sostiene che la conoscenza del microbioma umano, soprattutto di quello che popola l’intestino, potrebbe essere la soluzione per superare davvero il problema della malnutrizione. Secondo Gates, i progressi della scienza in questo campo consentiranno la creazione di preziose pillole probiotiche, anche personalizzate, che permetteranno di sfruttare al meglio una maggiore quantità di nutrienti e che contribuiranno a migliorare in modo sostanziale la salute di milioni di persone.

E proprio con il supporto e i finanziamenti della Bill & Melinda Gates Foundation, l’Università della California ha condotto una ricerca complessa che ha documentato per la prima volta come la mortalità infantile diminuisce significativamente quando i bambini ricevono integratori alimentari ricchi di vitamine, minerali e acidi grassi essenziali. Precedenti studi avevano già accertato i benefici degli integratori sulla crescita ma non ne avevano valutato gli effetti in termine di riduzione dei decessi.

Per valutare il rischio di mortalità tra i bambini che hanno assunto gli integratori rispetto a quelli che non lo hanno fatto, i ricercatori hanno effettuato 18 tipi di test in 11 Paesi, in località e regioni diverse; i dati presi in esame hanno riguardato 41.280 bambini e purtroppo 586 decessi.

I risultati di questa ricerca sono davvero importanti: l’analisi complessa di tutti i dati ha fatto emergere che l’assunzione di questi integratori tra i bambini dai 6 ai 24 mesi di vita può ridurre fino al 27 per cento il tasso di mortalità.

Gli integratori nutrizionali in genere consistono in una miscela di legumi – arachidi, lenticchie o pasta di ceci – più latte in polvere, olio e un complemento completo di vitamine e minerali di cui i bambini hanno bisogno.

Questo vuol dire che un minuscolo pacchetto di burro d’arachidi fortificato, che ha solo 100 calorie, spalmato su un pezzo di pane o unito ad altri alimenti, può davvero cambiare la vita di un bimbo. I pacchetti utilizzati in questa ricerca sono stati progettati per essere aggiunti quotidianamente alla dieta del piccino mentre passa dall’allattamento ad un’alimentazione vera e propria.

Alessandra Apicella

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