“Mio nonno rompeva per me con l’anello l’uovo per farmelo bere fresco dopo averlo raccolto e mi dava un bicchiere di latte appena munto ancora con la schiuma…oggi sono in pochi a conoscere quei gesti e quei sapori, ma io li ho imparati da bambina e mi sono impegnata a trasferirli a miei figli. Penso che oggi dovremmo cominciare a riscoprire tante cose e soprattutto dovrebbero farlo i bambini, la generazione futura, magari utilizzando i nuovi linguaggi e i nuovi strumenti con cui hanno grande dimestichezza. Penso al computer o ai robottini, come in un gioco le nuove tecnologie potrebbero guidare alla scoperta delle materie prime che costituiscono il nostro cibo quotidiano o potrebbero far loro comprendere come nasce e come arriva sulle tavole un prodotto di qualità. La nostra generazione ha perso troppe puntate di questa storia, ma i bambini possono recuperarla. I bambini, oltre a conoscere la piramide alimentare, importante per la salute, dovrebbero poter capire che non tutta la frutta o la verdura è uguale e dovrebbero poter riconoscere i prodotti di qualità. Dovrebbe essere un imprinting semplice e piacevole, un investimento prezioso che poi guiderà naturalmente le scelte della loro vita e quella dei loro figli. Perché il cibo è un fatto culturale e per fortuna l’Italia di cultura in questo campo ne ha tanta, da valorizzare e promuovere. A casa nostra e all’estero.”
Si presenta così Olga Simeoni, la campagna nel suo DNA e poi gli studi legali, è avvocato cassazionista e giuslavorista. Da qualche anno Olga è consigliere d’amministrazione del CAR, il Centro Agroalimentare Roma, una delle più importanti strutture europee per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli ed ittici. Un ruolo che le è stato riconfermato giunta dopo giunta. Il CAR è il più grande mercato europeo dopo quello di Rugins, a Parigi, con cui il polo di Roma è gemellato, e quello di Madrid. Questo polo è un’opportunità unica per produttori, grossisti, distributori, qui si decidono le sorti di gran parte della produzione italiana di queste categorie merceologiche sia nel nostro Paese sia all’estero.
“Aggirarsi nel CAR è un’esperienza unica che non finisce mai di stupire e da cui si continua a imparare. Sembra di rivivere le scene dei mercati dell’Antica Roma, un tripudio di specie, di forme, di colori, di profumi… di inflessioni dialettali. Sì perché qui negli stand ci sono produttori e operatori che rappresentano ogni regione italiana e perché non ci sono le ciliegie o i carciofi, ci sono varietà infinite di ciliegie e carciofi. Una volta la settimana il CAR apre le sue porte al pubblico e spesso organizza degli show cooking con cuochi, esperti, agricoltori ed è sempre un successo. La gente si appassiona, ha voglia di imparare, si stupisce e rimane affascinata dalla ricchezza e dalla varietà di prodotti che offre la nostra terra e dalle centinaia di preparazioni, spesso sconosciute, che può realizzare.
“Il CAR è a Roma, al centro dell’Italia, quindi in una posizione strategica per i diversi territori del nostro Paese, e poi Roma vuol dire anche un gran flusso di turisti che spesso diventano importanti ambasciatori delle nostre eccellenze”.
Ma spesso le piccole imprese familiari rimangono fuori da questo circolo virtuoso…come coinvolgerli?
“Sicuramente estendere le opportunità del CAR anche ai piccoli operatori è uno dei nostri obiettivi e noi andiamo a cercarli perché sappiamo che i loro prodotti sono vere eccellenze. Al Nord sono presenti molti consorzi che contribuiscono a ottimizzare e valorizzare gli sforzi delle imprese più piccole, ma nel resto del Paese queste realtà sono poco presenti. Io dico sempre che uno strumento utile, flessibile e non impegnativo dal punto di vista legale è quello delle “reti di impresa”. Possono aiutare a dividere le spese per raggiungere obiettivi condivisi…penso all’acquisto di beni che possono servire a una comunità o penso anche alla creazione di un sito che valorizzi ciascuno di loro con le proprie specificità e le proprie offerte, tutte operazioni che se condivise possono dare grandi vantaggi con costi assolutamente accessibili.”