Gli sprechi alimentari sono una piaga. Ogni anno nel mondo un terzo di tutti i prodotti alimentari destinati al consumo umano, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, viene sprecato. Questo vuol dire che un terzo del cibo che produciamo finisce nella spazzatura, tutto cibo ancora prezioso. I danni economici sono enormi: lo spreco alimentare mondiale costa 1.000 miliardi di dollari l’anno, cifra che sale a 2.600 miliardi se si considerano i costi non evidenti, quelli legati ai consumi necessari per la sua produzione come l’utilizzo di acqua e altre risorse. Solo in Europa, ogni anno si sprecano circa 88 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, con costi connessi che, secondo le stime dell’UE, ammontano a 143 miliardi di euro. Una piaga che Unione Europea e Fao si sono impegnate a combattere insieme unendo gli sforzi.
In Europa solo una piccola parte delle eccedenze alimentari viene ridistribuita. Nel 2017 la rete della Federazione europea delle banche alimentari ha fornito a 44 700 organizzazioni benefiche di prima linea 4,1 milioni di pasti al giorno a beneficio di 8,1 milioni di persone. Per agevolare e promuovere la distribuzione del cibo inutilizzato, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha sviluppato un nuovo metodo di gestione della sicurezza alimentare che rende più semplice per i piccoli dettaglianti donare prodotti alimentari.
Questo sistema semplificato implica che i rivenditori non sono tenuti ad avere una conoscenza dettagliata dei pericoli specifici. Comprende misure per verificare che il cibo donato sia sicuro, come ad esempio il controllo della durata di conservazione, il mantenimento della catena del freddo e la garanzia della comunicazione tra donatore e ricevente. Con il nuovo metodo, i dettaglianti devono solo essere consapevoli della eventuale presenza di pericoli fisici, chimici, biologici oppure di allergeni, e che la mancata esecuzione di attività di controllo essenziali – come la separazione dei prodotti crudi da quelli cotti – potrebbe rappresentare un rischio per i consumatori.
L’approccio è rivolto a centri di distribuzione alimentare, supermercati, bar, ristoranti e altri piccoli rivenditori. Garantire la sicurezza di un prodotto alimentare donato è particolarmente impegnativo perché l’alimento potrebbe essere prossimo alla fine della sua durata di conservazione e anche perché diversi soggetti sono coinvolti nella filiera di donazione alimentare. Il parere scientifico aiuta donatori e riceventi di alimenti (banche alimentari e altre organizzazioni caritatevoli) grazie alla definizione di sistemi di gestione della sicurezza alimentare semplificati per garantire la ridistribuzione di alimenti sicuri a chi ne ha bisogno.
Il nuovo approccio utilizza diagrammi di flusso per riassumere le fasi di produzione e semplici tabelle per accompagnare i rivenditori attraverso il processo di gestione della sicurezza alimentare dall’individuazione dei pericoli alle misure di controllo, in linea con le normative. In una fase precedente l’EFSA aveva sviluppato un semplice sistema di gestione della sicurezza alimentare per altri cinque tipi di piccole imprese alimentari: macellerie, panetterie, pescherie, negozi di alimentari e gelaterie.