Si continua a parlare e scrivere di cambiamenti climatici ma forse solo chi lavora in agricoltura sa davvero bene cosa sono e cosa comportano: siccità, ondate di maltempo, bombe d’acqua, nuovi parassiti e malattie, perdite di raccolti, danni economici. Eppure, malgrado tutto, proprio in questo settore sembra mancare la consapevolezza che il fenomeno è irreversibile e che è necessario intervenire, da subito.
Paola, invece, è tra coloro che hanno alcune idee ben chiare, pensa che solo aprendo le porte alle innovazioni si possano trovare soluzioni in grado di aiutare gli agricoltori a continuare a produrre bene, con i giusti ritorni.
Paola Sacco ha un’azienda agricola che produce sementi a Torre Garofoli, vicino a Tortona, e lavora con la cooperativa Apsov. Dal dicembre del 2018 è anche vicepresidente di Confagricoltura Donna. “Credo che non stiano passando informazioni corrette su tanti temi e che la mancanza di chiarezza stia rallentando se non bloccando molte possibili iniziative che aiuterebbero il settore. Penso ad esempio ai miglioramenti genetici che si possono ottenere con le biotecnologie, che non vuol dire OGM. Sono un’opportunità concreta per ottenere in tempi ragionevoli varietà più forti, più resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie.
“Le biotecnologie oggi sono un tabù a livello europeo – continua Paola – e il loro impiego invece aprirebbe nuove prospettive concrete per un’evoluzione sostenibile del settore. In una dimensione inevitabilmente globale, che è quella in cui viviamo oggi, come europei ci ritroviamo con un ritardo abissale rispetto ad altri Paesi, basta pensare all’America. E questo è uno snodo davvero cruciale che è stato messo in evidenza da tanti autorevoli centri di Ricerca, che con i loro studi e i loro risultati ci stanno dimostrando che si possono ottenere semi e piante migliori, più adatte a vivere negli attuali ecosistemi. Non è un caso che l’Università di Wageningen, considerata un punto di riferimento a livello mondiale in tema di Agronomia e Food, abbia lanciato un appello e stia raccogliendo firme con una petizione per sollecitare il parlamento europeo.”
Noi italiani siamo legati alle tradizioni e spesso diffidenti nei confronti di tutto quello che è nuovo e innovativo, Paola su questo tema ha una sua idea: “la tradizione è un patrimonio di valore da tutelare e promuovere ma è necessariamente una scelta di nicchia, d’elite, perché è per pochi ed è costosa. Io stessa produco fragole indubbiamente speciali, sono un presidio Slow Food: sono coltivate, manutenute e raccolte a mano, richiedono cure meticolose, sono poche e necessariamente sono care. Non si può pensare di far fronte alle esigenze di cibo dei prossimi anni con un approccio tradizionale, per quanto sia fantastico, da tanti punti di vista. Dobbiamo riuscire a produrre cibo di qualità, sicuro e salutare per tutti ed è una sfida non da poco, a maggior ragione in presenza di cambiamenti climatici che stanno scardinando paradigmi e certezze dell’agricoltura tradizionale.”
Anche sul ruolo delle tecnologie Paola non ha dubbi: “Satelliti, droni, attrezzature moderne, soluzioni per irrigare e fertilizzare in modo preciso sono tutti strumenti preziosi e oggi necessari per dare alle piante il giusto nutrimento e le giuste cure e non sprecare risorse. Certamente per un’azienda sono investimenti importanti e credo che anche in questo caso sia importante riuscire a fare rete, un valore in cui io ho sempre creduto. Dai tempi in cui mio padre ha creato l’azienda, lavoriamo con una cooperativa in cui si condividono esperienze e problemi e le assicuro che lavorare insieme dà forza e consente di avere un ruolo più incisivo nel mercato.
“Noi agricoltori dobbiamo cambiare mentalità – continua Paola – dobbiamo essere più aperti e più interessati a intercettare tutto quello che potrebbe aiutarci a lavorare meglio e in modo più redditizio. La mia associazione si sta impegnando molto per aggiornarci e per coinvolgerci in incontri formativi. In questo periodo, ad esempio, con Netafim si stanno realizzando corsi su tutto il territorio nazionale per parlare di soluzioni per l’irrigazione di precisione e il prossimo 8 ottobre presso l’Apsov terremo un convegno con la partecipazione di esperti e ricercatori per spiegare come funzionano e che potenzialità hanno le biotecnologie. Però mi lasci dire una cosa: noi donne siamo sempre più curiose e più attente ai risvolti pratici delle cose, sono certa che le donne possono dare una grande spinta all’evoluzione di questo settore portando meno parole e più risultati concreti.”