Da un po’ di tempo Franciacorta è sinonimo di eccellenza e soprattutto di ottimi spumanti. È una zona collinare situata tra Brescia e la parte inferiore del lago di Iseo, i suoi terreni non sono mai risultati particolarmente promettenti per gli agricoltori, sono di origine morenica, pieni di sassi. Ma quella terra è sempre stata perfetta per le viti che con le loro radici profonde riescono a recuperare un nutrimento speciale e producono dei frutti unici.
La Fratelli Berlucchi ha i propri terreni e produce i suoi vini proprio su quelle colline, “prima c’era la mezzadria e facevamo del vino per amici e conoscenti, poi abbiamo capito che su quella terra volevamo costruire la nostra vita e in famiglia è stato deciso che avrei dovuto occuparmene io”, afferma Pia.
Pia si tuffa nella nuova impresa, si rimbocca le maniche e con grande senso pratico inizia a creare le fondamenta per una vera strategia. Sotto la sua guida, quelle terre acquisiscono una diversa identità, prima c’erano anche altre colture e si allevavano animali, la gestione diventa attenta, scientifica e rigorosa, viene assunto anche il primo rappresentante che Pia ricorda perfettamente. In fondo è stato il suo primo alleato in questa avventura. Poi i rappresentanti sono aumentati e i vini della Fratelli Berlucchi hanno iniziato a occupare le tavole di tanti ristoranti e locali famosi in tutta Italia.
Oggi Pia, dopo 39 anni, ha passato il timone a Tilli, una delle sue figlie, una decisione presa dall’intera famiglia e dal consiglio di amministrazione, che ha anche stabilito, con un coro unanime, che alla presidenza dell’azienda doveva rimanere lei. Chi la conosce ne apprezza il rigore logico ma anche il carattere solare, la cultura e la creatività e appena può la coinvolge per carpire nuove idee ed energie. Non è un caso che sia stata coinvolta nel consiglio di amministrazione di altre quattro aziende.
Ma impegnarsi e lavorare per Pia è come respirare, non può farne a meno. Anche quando affiorano, i segnali di stanchezza spariscono in presenza di nuove idee e nuovi obiettivi, come nel caso di tutte quelle iniziative che ha ideato: conversazioni nelle scuole per far apprezzare ai giovani davvero il valore del vino, non dell’alcol; corsi per sommelier per persone non vedenti; incontri dove origini e tradizioni dei vini vengono lette e comprese alla luce dei diversi momenti storici. Tutto nasce, e continuerà a nascere, dalla passione e dalla voglia di raccontare il vino come un vecchio, solidale compagno dell’uomo e come un regalo meraviglioso della Natura.
Tilli è cresciuta respirando e assorbendo tutta quell’energia, ha iniziato a lavorare giovanissima nell’azienda e ha fatto una lunga gavetta. Voleva capire e ancora oggi vuole capire. “Se nei primi tempi ero concentrata soprattutto sugli aspetti commerciali, negli ultimi anni ho deciso che volevo sapere davvero tutto dei nostri vini, ho passato ore e giorni nelle cantine e ora passo ore e giorni nei campi per imparare a interpretare i segnali delle piante come fanno i nostri esperti.
“Qui uno dei nostri punti di forza – continua Tilli – è che operiamo con un team di persone molto qualificato e anche per i lavori stagionali ci affidiamo solo a chi ha conoscenze ed esperienze accertate. Il Consorzio Franciacorta per noi è un punto di riferimento importante: ci affianca e ci sprona a fare sempre meglio, ci dà indicazioni e suggerimenti preziosi, ci aiuta a valorizzare i nostri prodotti. Se oggi i nostri vini sono un punto di riferimento certo nel panorama enologico italiano lo dobbiamo al gran lavoro che ha fatto il consorzio, al rigore del suo disciplinare e al grande impegno per la promozione della nostra identità territoriale.”
Cura dei terreni e delle piante, niente sostanze chimiche, pratiche e tecniche sempre nel rispetto degli equilibri dell’ambiente, qualità. Le circa 300 mila bottiglie che vengono prodotte in media ogni anno dalla Fratelli Berlucchi sono il risultato di questi principi osservati da anni. Eppure nulla si ripete e si può ripetere.
“I cambiamenti climatici stanno creando danni e disagi ai nostri territori e alle nostre vigne – afferma Tilli – e le perdite in alcuni anni sono state notevoli. Nel 2017 abbiamo perso il 60 per cento del raccolto. Ma la Natura è sempre sorprendente, malgrado tutto, il vino quell’anno è stato migliore: le viti superstiti avevano recuperato dal terreno anche i nutrimenti non assorbiti dalle piante sofferenti o morte.
“Il mondo del vino è molto speciale oltre ad essere affascinante e coinvolgente. Anche con tutto l’impegno immaginabile, non si riuscirà mai a fare uno stesso vino, ma noi dobbiamo riuscire a riprodurre sempre quei bouquet che i clienti cercano e si aspettano. E poi c’è l’altra faccia della medaglia: le dinamiche del mercato sono molto simili a quelle del mondo della moda, e non lo dico perché siamo reduci dalla Fashion Week dove Franciacorta è da tempo partner della Camera della Moda.
“I consumatori sono imprevedibili – continua Tilli – i gusti e le tendenze cambiano velocemente ed è difficile intercettare gli orientamenti del mercato continuando a sintonizzare tradizione e innovazione. Come nell’abbigliamento c’è chi sceglie un capo di un grande stilista ma poi non rinuncia alle proposte di catene commerciali, le motivazioni e le emozioni frullano solo nella testa e nel cuore degli individui”.
In fondo Pia e Tilli assomigliano alle loro viti. Anche quando il clima mette a dura prova, con le loro radici profonde riescono ad attingere da terreni difficili tutto quello che serve: per resistere, inventare nuovi equilibri e continuare a dare il meglio.
Una delle dimostrazioni che la conversione al Biologico mantiene saldamente la qualità