Il nome provvisorio è Institute for Advanced Studies for Photosynthetic Efficiency (IASPE) e nell’arco dei prossimi dieci anni l’investimento sarà di 62 milioni di euro: il Photosynthesis 2.0 Research Fund (P2RF), fondato da Egbert van der Pol, Menno Witteveen e Maarten Koopman, contribuirà con 50 milioni, e l’Università di Wageningen con 12 milioni. Nel nuovo centro inizieranno a lavorare una quarantina di ricercatori ma è in piano l’inserimento di altri 30 dottorandi e 60 post-dottorati nei prossimi anni. “Sappiamo già parecchio su come funziona la fotosintesi”, ha dichiarato Van den Ende, “ma c’è ancora un territorio inesplorato per migliorarne l’efficienza. Questo finanziamento ci consente di aumentare significativamente la capacità di ricerca in Europa ed è una splendida opportunità per nuove carriere scientifiche”.
La fotosintesi è il processo biologico più importante al mondo. L’energia della luce solare trasforma l’acqua e la CO2 dell’atmosfera in ossigeno e zuccheri e la pianta utilizza gli zuccheri per crescere e dare frutti. Le piante, tuttavia, utilizzano in media solo l’1 per cento di tutta l’energia solare che raggiunge la terra, mentre questa percentuale potrebbe arrivare ad essere superiore di 5 o 6 volte, ma se le piante potessero assorbire il doppio della quantità di luce gli effetti sulla produzione alimentare sarebbero davvero importanti.
Ed è proprio con questo obiettivo che l’Istituto analizzerà una serie di varietà vegetali che si sono già adattate attraverso la selezione naturale e hanno raggiunto un’efficienza di fotosintesi molto più elevata rispetto a varietà comparabili.
“Vogliamo imparare da queste piante per capire come utilizzare i loro sviluppi genetici e indurre una trasformazione simile nelle colture alimentari. Una migliore fotosintesi dovrebbe portare a rese più elevate nelle colture esistenti. Ciò significa che avremmo bisogno di meno terreni agricoli e questo ci consentirà anche di proteggere meglio le aree naturali”, ha dichiarato Ernst van den Ende.
Ma sempre da Wageningen è arrivata un’altra notizia: a partire da luglio il nuovo Presidente del Comitato Esecutivo della Wageningen University & Research (WUR) sarà una donna, Sjoukje Heimovaara, che è attualmente amministratore delegato dell’Agrotechnology & Food Sciences Group all’interno di WUR. Questo il suo curriculum in breve: ha studiato miglioramento genetico delle piante proprio all’Università di Wageningen e, dopo la laurea, ha lavorato per TNO e ha conseguito il dottorato di ricerca in biologia cellulare (1995) presso l’Università di Leiden. Prima di rientrare all’Università di Wageningen, nel marzo del 2020, dal 2003 al 2019 è stata direttrice della divisione Ricerca e Sviluppo e successivamente Ceo della Royal Van Zanten, un’importante società di breeding.
A proposito del nuovo Istituto, ecco una breve testimonianza di uno dei ricercatori, l’italiano Francesco Garassino.
L’immagine è dell’Università di Wageningen.