Pontus Tornqvist ha fatto notizia. Nella ricerca spasmodica di materiali alternativi alla plastica, sostenibili ed ecologici, Pontus ha avuto l’idea di realizzare posate monouso con i sottoprodotti delle patate. Questa intuizione gli ha fatto vincere la tappa svedese del “James Dyson Awards” 2018 per il design, la competizione internazionale che premia le idee più innovative in campo ingegneristico, e gli ha permesso di ottenere un premio di 30 mila corone svedesi per perfezionare l’invenzione.
Pontus aveva dichiarato: “circa il 20% delle patate coltivate nel mio Paese viene scartato per produrre amido. Con questa invenzione abbiamo un grande vantaggio ecologico ed economico perché utilizziamo i rifiuti che abbiamo già invece di crearne di nuovi”.
Ma le idee geniali, anche se non vengono proposte nei tradizionali luoghi deputati, ci sono e continuano a nascere in tante altre realtà agricole perché, si sa, la cultura e le tradizioni insegnano che niente va buttato e tutto può essere riutilizzato.
E c’è una bella storia tutta italiana, che è nata proprio con l’obiettivo di dare una risposta concreta a una domanda che si stanno ponendo in molti: è possibile bere una bevanda senza cannucce di plastica? Così è nata Canù, la cannuccia di pasta biologica, realizzata dalla Cooperativa Campo.
La Cooperativa Campo di Fossombrone si occupa di agricoltura biologica dal 1978, commercializza prodotti di base quali pasta, pomodori, legumi in scatola, una gamma in continuo divenire vista la competenza e l’autorevolezza che l’azienda ha in questo settore. Ma un giorno producendo le loro mezze zite, un tipo di pasta forata, hanno capito che potevano essere delle perfette cannucce per bibite e si sono messi al lavoro per realizzare un prototipo, resistente alle bibite e che non lascia sapori. L’idea gli era stata fornita da un bar situato nella città di Bristol in Inghilterra, che utilizzava già delle zite come cannucce. Dal prototipo si è poi passati alla messa a punto con qualche piccola variazione di lavorazione, la rivisitazione del design – più corto rispetto alla pasta tradizionale – e così è arrivata Canù, oggi pronta a decollare nel mercato italiano e non solo.
L’idea ha entusiasmato tutti e questo tipo di produzione è stata avviata anche in versione gluten free, perché l’uso di queste cannucce ecologiche e sostenibili fosse ideale anche per le persone che soffrono di celiachia. Un’idea che è stata accolta con grande soddisfazione dal canale HO.RE.CA.
Canù nella versione gluten free ha già trovato in Italia un grande cliente, Pascucci, la famosa torrefazione di caffè con sede in Romagna, che da qualche mese propone nei suoi bar di proprietà caffè freddo e milkshake con la nuova cannuccia. Ma dopo la presentazione ufficiale al Biofach in Germania, avvenuta lo scorso mese, sono arrivate molte richieste da tutto il mondo.
Ecco come si presenta Canù: è una cannuccia, di pasta biologica, anche in versione senza glutine, comunque sempre senza ogm; è biodegradabile, un immediato regalo al pianeta, una risposta all’urlo che viene dai pescatori, dai gabbiani e dagli abitanti del mare; senza tracce di veleni, un semplice segno di pace con la terra.
Se siete curiosi di vederla e provarla potete andare da Pascucci, hanno già creato delle apposite brochure per presentarla ai loro ospiti. E allora, complimenti alle idee innovative e sostenibili Made in Italy!