Alessandra Ravaioli è un’agronoma, per studi effettuati e per passione. Lavora nel settore da tempo e per più di 18 anni si è occupata delle attività di promozione per le imprese italiane nell’ambito del CSO, il punto di riferimento privilegiato per gli operatori della filiera ortofrutticola fondato nel 1998. Partito un po’ in sordina, il CSO nel tempo ha acquisito un ruolo sempre più decisivo e ha ampliato la sua missione e la sua offerta di servizi con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le attività delle imprese italiane con una logica di filiera. Oggi, infatti, il CSO è un interlocutore decisivo per le imprese agricole ma anche per tutti i loro partner che lavorano per il packaging, per le tecnologie di lavorazione, per la conservazione, per la logistica.
Per Alessandra è stata un’esperienza fantastica, che l’ha plasmata con una prospettiva multidisciplinare e le ha dato l’opportunità di conoscere tantissime realtà diverse del mondo dell’ortofrutta, di ogni dimensione e di ogni regione del nostro Paese. Un mondo in cui lavorano tantissime donne con ruoli diversi, i dati parlano di una presenza femminile di circa il 70% per centro sul totale.
E allora ecco l’idea. Perché non creare un’associazione dedicata alle donne? In fondo le esperienze analoghe realizzate in altri settori, come nel caso del vino e dell’olio, davano buoni risultati. Ma come sarebbe andata nell’ambito dell’ortofrutta? Non lo sapeva.
Tutto è partito da un’email mandata ad alcuni dei suoi contatti, descriveva in poche righe la sua proposta, ancora minimalista e fragile. “La reazione è stata una sorpresa – afferma Alessandra – come se un piccolo soffio avesse rianimato un grande fuoco che rimaneva sopito e nascosto sotto la brace. Entusiasmo, voglia di esserci e di collaborare, voglia di diventare un team che fosse motore e protagonista di cambiamenti e di innovazione, desiderio di condividere conoscenze ed esperienze per essere tutti più forti nel mercato. Chi dice che le donne sono incapaci di lavorare in squadra tra loro per invidie e gelosie sbaglia nettamente.”
Da quella semplice email è nato un gran lavoro di squadra tra le 30 fondatrici che ha portato alla creazione di una bozza di statuto con dettagli sulla missione, sul regolamento, sulle condizioni…e alla fine si è arrivati a un documento finale completo ed è nata l’Associazione tenuta a battesimo dall’Assessore all’Agricoltura Caccia e Pesca della Regione Emilia Simona Caselli che ne è la prima Socia Onoraria.
L’associazione Donnedell’Ortofrutta oggi conta circa cento socie, una rete di professioniste di tutta Italia, e spegnerà la sua prima candelina a Catania il 7 e l’8 dicembre prossimi. “Ci interroghiamo continuamente su come migliorare la qualità dei prodotti e diversificarli in linea con le nuove esigenze dei consumatori in termini di gusto e benessere, valutiamo insieme le migliori pratiche e metodologie per essere sempre più sostenibili, lavoriamo insieme per consolidare il nostro ruolo nei mercati esteri – afferma Alessandra -. Sì perché dobbiamo sempre ricordarci che l’Italia è la prima produttrice di ortofrutta al mondo, con la Spagna e la Cina, e che gli standard di qualità sono i più elevati a livello europeo e internazionale.
“La nostra squadra comprende imprenditrici, consulenti, viviaiste, esperte di packaging, giornaliste e blogger specializzate, un team eterogeneo che condivide una strategia di continuo miglioramento e crescita e che è impegnato a diffondere i valori e l’eccellenza dalla nostra produzione. Un team sempre pronto a recepire quello che di nuovo propone e chiede il mercato, attento a tutte le innovazioni, colturali e tecnologiche. Raccogliamo le scelte e le proposte innovative realizzate dalle donne di tutta la nostra filiera e le condividiamo e il 18 gennaio prossimo presenteremo la vincitrice a Venezia in occasione dell’evento organizzato dal “Corriere Ortofrutticolo”, “I protagonisti”. Il nostro premio abbiamo voluto dedicarlo a una grande donna innovativa che ci ha lasciato Danila Bragantini, la prima imprenditrice dell’ortofrutta che ha segnato la storia di questo settore.
“Siamo tutte orgogliose e fiere delle nostre attività ma vogliamo continuare a fare meglio, esplorando nuove tecniche e lasciando spazio alla nostra creatività. Le aziende agricole sono sempre pronte ad innovare e hanno sempre avuto l’economia circolare nel loro DNA: non si butta via niente e tutto viene riutilizzato. Un frutto esteticamente non perfetto diventa succo o confettura o viene utilizzato come fertilizzante naturale. Oggi poi la diffusione delle colture biologiche e il crescente interesse per le prospettive della biodinamica rendono ancora più semplice e naturale il percorso verso la sostenibilità. Siamo già sulla buona strada e avanti rispetto a tanti altri Paesi, ma migliorarsi è sempre possibile e alla nostra squadra le sfide e i nuovi traguardi non fanno paura. Le energie e la passione non ci mancano!”