Raimonda e Serena sono due amiche, con percorsi di vita paralleli. Entrambe lavorano nel campo della gestione patrimoniale anche se Raimonda Dushku si è laureata in legge e vive a Riva del Garda, Serena Crosina, invece, è originaria di Arco di Trento, si è laureata in astrofisica e letteratura e vive e lavora a Boston. Complicità, visione analoga della vita e tra i tanti interessi in comune c’è la passione per le birre artigianali. Entrambe hanno imparato a conoscerle e ad apprezzarle girando per il mondo, facendo corsi di degustazione, frequentando birrerie storiche e visitando famosi birrifici. Ma un giorno è scattato qualcosa, hanno deciso che si sarebbero lanciate in una nuova avventura insieme, volevano aprire un loro birrificio artigianale. Una decisione guidata dall’entusiasmo ma anche da tanta determinazione, sostantivo non a caso femminile.
Realizzato un vero business plan – a fare i conti sono brave tutt’e due – e valutata la scelta della sede, serviva il cuore del birrificio, un ottimo mastro birraio con cui condividere la strategia e la messa a punto delle ricette. Il loro obiettivo era creare birre di ottima qualità, raffinate ma che potessero piacere un po’ a tutti, da abbinare a molti piatti ma anche da bere tranquillamente in un pomeriggio d’estate. “Le birre artigianali stanno conquistando un pubblico sempre più eterogeneo in tanti Paesi del mondo – afferma Raimonda – e anche in Italia si stanno affermando con successo. Non è solo il fatto di bere una buona birra molto diversa da quelle industriali, è un’esperienza particolare che incuriosisce, appassiona e fa entrare in un mondo affascinante fatto di storia, tradizioni e cultura. Noi l’abbiamo vissuta così e volevamo contribuire a diffondere questo nuovo modo di vivere la birra.”
Individuato il mastro birraio, Matteo Milan, grande professionista esperto nella ricerca di materie prime di qualità, e scelta la sede, un edificio industriale da recuperare ad Arco di Trento, sul Lago di Garda, una località strategica anche dal punto di vista ambientale e turistico, è arrivato il momento di costruire veramente il birrificio e selezionare gli impianti. “Sul nome non abbiamo mai avuto dubbi- afferma Raimonda – l’avremmo chiamata Birra Impavida, come impavida in fondo era stata la nostra scelta.
“Ma anche su come volevamo che fosse il nostro birrificio avevamo le idee chiare. Volevamo che diventasse un nuovo punto di riferimento nel territorio, che fosse all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e che fosse perfettamente sostenibile.
“Abbiamo installato un impianto geotermico, utilizziamo pannelli solari e abbiamo un depuratore che io definisco “turbo” perché potrebbe purificare le acque di tutto il territorio. Abbiamo creato anche una grande sala multifunzione con un sistema di illuminazione molto particolare. Avevamo un obiettivo: volevamo che l’ambiente fosse accogliente e coinvolgente, che i faretti fossero flessibili, spostabili in base alle specifiche esigenze, e che comunque valorizzassero tutta l’area, anche l’impianto di produzione che si vede alle spalle della sala. L’azienda bergamasca Telmotor è riuscita a realizzare i nostri desideri. Questa sala, infatti, vuole essere uno spazio per organizzare incontri, sessioni di approfondimento, eventi … è un po’ l’emblema del nostro birrificio che è pronto ad accogliere appassionati, visitatori, turisti.”
Il birrificio è diventato operativo lo scorso ottobre, è stato aperto anche un piccolo punto vendita a Padova, ma è evidente che molte azioni pianificate sono saltate per la pandemia. Raimonda e Serena, comunque, non si sono mai fermate, non hanno mai perso l’entusiasmo, anche perché hanno una lunga lista di nuove ricette e di nuove idee da realizzare. In fondo sono riuscite a dar vita al loro progetto perché non dovrebbero riuscire a farlo crescere?
Occhio alle donne. E soprattutto a quelle che fanno scelte coraggiose anche in momenti difficili. In fondo dobbiamo solo aspettarci sorprese da due donne che si mettono insieme per fare una birra “impavida”.
Nella foto, le due amiche, Serena, a sinistra nella foto, e Raimonda sulla Hi Line di NYC in uno degli ultimi viaggi realizzati insieme. Sotto, un’immagine degli impianti ancora in una fase di allestimento e la sala multifunzionale.