Il lavoro di un Operational Group EIP- AGRI in Portogallo. Secondo alcune analisi condotte dall’Operational Group portoghese ECOMONTADO XXI in un’area di 120 ettari del Montado, un paesaggio agroforestale con boschi e pascoli, il suolo sta perdendo in modo drammatico materia organica proprio per i cambiamenti climatici.
Per arginare il fenomeno il gruppo, in collaborazione con l’Università di Évora e con il coordinamento dell’azienda agricola di Freixo do Meio, sta provando ad applicare il design Keyline, una tecnica di progettazione agricola utilizzata in Australia che si basa su una sistemazione idraulico agraria del terreno su diversi livelli. La tecnica si realizza utilizzando uno speciale aratro e crea un sistema di flusso che sposta l’acqua dalle zone umide alle zone asciutte. L’obiettivo è massimizzare l’infiltrazione dell’acqua piovana nel suolo e ridurre l’erosione dovuta al deflusso. Con l’aumento delle infiltrazioni aumenta anche il tasso di umidità nel terreno, con vantaggi per la struttura e la fertilità del suolo.
L’Università di Évora sta monitorando le aree e misurando i benefici ottenuti, ogni mese, l’umidità, la composizione e la consistenza del suolo vengono misurate a diverse profondità. Ma l’Università si sta anche occupando della comunicazione del progetto. Oltre alle informazioni pubblicate nel sito web e nella pagina Facebook, ha creato anche un modello 3D portatile che ha presentato agli agricoltori, permettendo loro di comprendere come funziona concretamente questa tecnica e come può essere adottata, un’iniziativa che ha convinto molti coltivatori. L’esito e i dati finali del progetto sono previsti a fine anno.
Primi risultati del progetto Diverfarming. Ad un anno e mezzo dalla sua presentazione, questo progetto europeo quinquennale sta raccogliendo i primi frutti. Diverfarming è nato per valutare gli effetti della diversificazione colturale con l’obiettivo di ridurre gli input chimici, e dunque gli impatti ambientali, e garantire comunque le rese. Per l’Italia e per il Nord Mediterraneo il referente è il Crea.
In Italia sono state identificate 4 aree pilota caratterizzate da condizioni pedoclimatiche differenti (tre aziende nell’areale padano e un’azienda sperimentale in Puglia) entro le quali sono state testate contemporaneamente sia la diversificazione colturale sia innovazioni gestionali, quali lavorazioni del terreno, irrigazione e fertilizzazione azotata. La diversificazione colturale ha previsto l’aumento delle colture in successione nella rotazione della tipica filiera alimentare italiana frumento duro/pomodoro da industria, attraverso l’inserimento di una leguminosa da reddito (pisello da industria) o da sovescio (favino) e di una coltura a ciclo breve di secondo raccolto, inserita tra due colture principali. Le valutazioni sono state effettuate secondo diversi parametri: effetti sulla resa, conservazione della sostanza organica del suolo, riduzione delle emissioni di gas serra, dinamica dei nutrienti e biodiversità funzionale dei suoli. I risultati ottenuti ad oggi confermano le ipotesi iniziali.
Il primo bilancio in sintesi è il seguente. Il frumento e il pomodoro hanno mostrato rese generalmente più elevate nei sistemi diversificati rispetto alla rotazione tradizionale, anche se il meteo avverso ha condizionato i risultati di pisello da industria e pomodoro in secondo raccolto. Per quanto riguarda i gas serra, le emissioni maggiori sono state rilevate nel periodo autunnale, indipendentemente dalla rotazione colturale, dopo la distribuzione di digestato anaerobico (fertilizzante naturale derivante da produzione di biogas) ed in seguito ad eventi irrigui. Significativa, invece, è stata la riduzione (-15%) delle emissioni di gas serra per il pomodoro coltivato in rotazione con frumento e favino, quando sottoposto a un regime ridotto d’irrigazione (studio condotto da Barilla). Anche la comunità microbica del suolo, e quindi la fertilità biologica, appare fortemente influenzata con visibili differenze tra i sistemi di gestione a diverso livello di diversificazione. L’analisi della filiera evidenzia un andamento positivo degli indicatori economici, su base pluriennale, mitigando gli effetti della instabilità climatica e di mercato sul margine lordo, rispetto all’attuale gestione colturale.
L’immagine è dell’Operational Group portoghese ECOMONTADO XXI.