Romagnoli: la sostenibilità ambientale deve essere anche sostenibilità economica per la filiera

Ha una lunga storia la Romagnoli che parte dal 1928 e prende il nome dal suo fondatore, Natale Romagnoli. Emigrato giovanissimo negli Stati Uniti, Natale rientra in Italia nel suo paese, Castel Daiano, sull’Appennino bolognese, dove crea un’azienda agricola a conduzione familiare. Quel territorio è ideale per la coltivazione di tanti prodotti ortofrutticoli ma perfetto per le patate.

Da quei primi passi ad oggi l’azienda ne ha fatta di strada e ora la Romagnoli è sinonimo di patate di qualità anche a livello internazionale. Propone una vasta gamma di varietà, per tutti i gusti e per tutti i possibili impieghi. Per un normale consumatore è difficile riconoscerne le identità – tuberi ovali o lunghi, buccia gialla o rossa, pasta gialla o chiara- le molteplici varietà e i loro nomi sono un universo sconosciuto ai più.

Ma le persone che lavorano per la Romagnoli di ogni prodotto conoscono tutto: le proprietà nutrizionali e organolettiche, la resistenza alle malattie, la capacità di conservazione, la coltivazione e l’impiego ideale. Anzi la scelta dei prodotti da proporre al mercato nasce proprio da queste valutazioni.

“Lavoriamo con le migliori aziende sementiere, in particolare con Agrico e HZPC, aziende olandesi leader a livello mondiale nella selezione e commercializzazione di tuberi seme, di cui abbiamo numerose esclusive per il mercato italiano – afferma Roberto Chiesa, direttore commerciale della Romagnoli – questo ci permette di scegliere il meglio, valutando le varietà più adatte ai diversi areali di coltivazione.

La Romagnoli infatti opera in stretta collaborazione con aziende agricole presenti su tutto il territorio nazionale ed in tutti i più vocati areali produttivi, di cui conosce bene gli aspetti agronomici perché gli standard qualitativi per la coltivazione, la raccolta e la commercializzazione delle patate Romagnoli devono essere elevati e sono garantiti da costanti verifiche in tutte le fasi del processo produttivo. Con queste aziende la Romagnoli ha collaborazioni di lunga data e accordi di filiera, che prevedono anche consulenza tecnica e supporto per ottenere il meglio e dare il massimo al consumatore finale.

L’innovazione per l’azienda è un must.

È fondamentale l’innovazione di prodotto per far fronte alle nuove esigenze del mercato, ma anche a tutto quello che va sotto il cappello dei cambiamenti climatici: temperature, suolo, acqua, vecchie e nuove malattie.

Altrettanto fondamentale è l’innovazione di processo che consente di aumentare l’efficienza e di ridurre l’impatto che le operazioni hanno sull’ambiente. Grazie ad un impianto fotovoltaico da 625 Kw, l’azienda recupera oltre il 50 % del fabbisogno di energia elettrica necessario all’intero processo produttivo; inoltre, l’impianto idrico ed il trattamento delle acque di processo permettono il totale recupero dell’acqua utilizzata nelle fasi di lavorazione del prodotto, portando gli scarichi a zero.

“È evidente che la sostenibilità è un parametro da cui non si può prescindere – afferma Chiesa – qualunque sia l’ambito nel quale si opera, dalla produzione al packaging. Certe scelte si traducono necessariamente in investimenti e costi e il mercato dovrebbe essere in grado di riconoscerne concretamente il valore. Alle aziende agricole che si impegnano seriamente, con dati ed evidenze alla mano, dovrebbe essere riconosciuto il giusto ritorno, per il loro impegno e i risultati raggiunti. Questo è un percorso complesso che spesso penalizza l’agricoltura italiana, rallentandone una sostanziale evoluzione sostenibile.

“L’obiettivo è raggiungere risultati sempre più importanti in termini di tutela dell’ambiente, senza trascurare l’aspetto economico. Non vi può essere sostenibilità ambientale senza garantire sostenibilità economica all’intera filiera produttiva.

Con la nostra filiera – continua Chiesa – in collaborazione con Legambiente Onlus, abbiamo contribuito alla diffusione di tecniche d’irrigazione a forte risparmio idrico (a bassa pressione), un’iniziativa che poi si è tradotta nel progetto “Patata di Campo – Amica dell’Ambiente”, e oggi siamo impegnati, unitamente ai partners olandesi, nella ricerca e selezione di nuove varietà di patate tolleranti alle principali criticità che colpiscono la coltura”.

Inizialmente con “Patata di Campo- Amica dell’Ambiente” le nuove soluzioni sono state introdotte su una superficie globale di 120 ettari, ora la campagna 2019-2020 coinvolge più di 310 ettari ma il progetto è in divenire e si estenderà su un’area sempre più vasta.

L’attività di ricerca con Legambiente oggi vede un terzo soggetto coinvolto, il DIBAF dell’Università degli Studi della Tuscia, e si concentra sulla creazione di nuove linee guida di lotta integrata che prevedono anche la coltivazione di nuove varietà di patate più resistenti alla Phytophtora infestans, la principale minaccia per questa coltura. La ricerca è stata realizzata in collaborazione con Agrico e porterà all’introduzione nel mercato di cinque nuove varietà: Levante, Twister, Alouette, Carolus, Twinner.

Per noi consumatori, al momento, sono nomi affascinanti e misteriosi, ma per il team della Romagnoli sono prodotti eccezionali, di grande qualità e di cui, ovviamente, conoscono vita, morte e miracoli…

Alessandra Apicella

2 Comments
  1. “…Certe scelte si traducono necessariamente in investimenti e costi e il mercato dovrebbe essere in grado di riconoscerne concretamente il valore. Alle aziende agricole che si impegnano seriamente, con dati ed evidenze alla mano, dovrebbe essere riconosciuto il giusto ritorno, per il loro impegno e i risultati raggiunti…” come vedi qui siamo già nel campo d’azione della “Marca del consumatore”, solo accordi qualitativi (verso i prodotti e verso l’ambiente) con i consumatori finali potranno dar luogo a maggiori ritorni economici a fronte degli sforzi dei produttori e degli altri attori della filiera

    1. Non so quale sia la strada più veloce e più efficace, penso comunque che dovrebbe esserci una migliore, seria comunicazione tra produttori e consumatori. E il consumatore deve poter distinguere le aziende e i relativi prodotti per poter fare scelte consapevoli. La sostenibilità e l’etica per fortuna sono ancora valori! E le nuove generazioni sono più sensibili e lo stanno ricordando a chi si è distratto nel frattempo.

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