Hanno iniziato a invadere il territorio del delta dell’Ebro a partire dal 2010, creando danni alle coltivazioni e rivoluzionando l’equilibrio degli ecosistemi. Sono le ampullarie, dette anche lumache mela, provengono da Paesi tropicali e si nutrono di macrofite, piante acquatiche che agiscono come “biofiltri” naturali, assicurando la qualità dell’acqua in ecosistemi di acqua dolce e contribuendo alla sopravvivenza di pesci e uccelli.
Oggi queste lumache e la salinizzazione del suolo rappresentano un vero incubo per gli agricoltori della zona e per il loro riso. Si tratta di circa 90.000 tonnellate prodotte ogni anno.
Per questo un Operational Group dell’EIP -Agri ha avviato un progetto che si propone di affrontare entrambi i problemi valutando come e in che termini la semina in asciutta può ridurre la popolazione di queste lumache e influisce sulla salinità del suolo.
Il gruppo operativo è coordinato da PRODELTA, coinvolge numerosi partner e la ricerca è condotta dall’Istituto catalano di ricerca e tecnologia per l’agrifood (IRTA).
La semina in asciutta consiste nel seminare il riso in terreno umido, non coperto dall’acqua, una tecnica che impedisce alle lumache di entrare nei campi e di danneggiare le giovani piante. Le lumache svernano nel terreno, ma se il terreno viene mantenuto asciutto non possono rifugiarsi al suo interno e dunque quando arriva la primavera le giovani piante di riso non si trovano minacciate dalla loro presenza. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: quando non c’è uno strato di acqua dolce a coprire i campi, è più probabile che l’acqua di mare penetri nel terreno. Tuttavia, una volta che le piantine di riso sono diventate abbastanza alte da resistere agli attacchi delle lumache, i campi vengono inondati a intermittenza fino a quando le piante non hanno raggiunto la loro massima altezza.
Il progetto prevede il continuo monitoraggio delle risaie per verificare la salinità del suolo e il confronto tra le rese ottenute con queste tecniche con quelle raggiunte usando metodi di coltivazione tradizionali.
I dati sono stati incoraggianti: le inondazioni intermittenti dei campi riducono in modo sostanziale la popolazione di lumache e non vi sono effetti negativi sulla salinizzazione del suolo. È stato anche rilevato che sui terreni sabbiosi la resa è leggermente inferiore, mentre sul terreno argilloso la resa è aumentata del 3%.
Albert Pons, che è uno degli agricoltori che ha iniziato a praticare la semina in asciutta a partire dal 2015, afferma di aver ottenuto il controllo totale sulle popolazioni di lumache. All’inizio la semina in asciutta dava una resa inferiore del 40% rispetto alla semina tradizionale, ma ora, grazie a questa task force e ai diversi test condotti sulle tecniche di irrigazione, concimazione, frazionamento dei fertilizzanti e adattamento delle varietà di riso, la produzione è a livelli ottimali.
L’immagine è di Mar Catala- IRTA.